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Settimana molto positiva quest’ultima della Fiorentina ed ora la pausa per le Nazionali. FiorentinaNews ha contattato Stefan Schwoch, ex bomber di Serie A e B, per parlare della partitissima di domenica scorsa contro la Juventus e dei temi principali di casa viola. 

Ricordiamo che Schwoch nella serie cadetta detiene il record di attaccante più prolifico dell’intera storia. Da diversi anni è diventato un commentatore sportivo, anche della pay tv DAZN.

La Fiorentina ha annientato la Juventus con un perentorio 3-0. Secondo lei sono più i meriti di una Viola, perfetta in ogni zona del campo, o i demeriti di una Juve sembrata allo sbando?

“Entrambe le cose. Per battere la Juventus, anche se allo sbando, devi giocare un’ottima partita. La Fiorentina l’avevo vista in ripresa già con il Napoli, specie nella seconda frazione. In questa settimana è stata brava nel dare continuità al proprio lavoro ed a raccogliere i risultati sperati. Nella Juve vedo l’assenza proprio della società, la squadra sembra essere stata lasciata sola”. 

Tra gli argomenti di giornata sicuramente spiccano le recenti operazioni di mercato tra le due società. La Juventus ha pagato circa 80 milioni Vlahovic e circa 36 Nico Gonzalez. La Fiorentina 13 più bonus per l’attaccante italiano forse più forte in questo momento, Kean, e meno di 20 Fagioli, se lo riscatterà a fine stagione. Lei cosa ne pensa a riguardo?

“I numeri non mentono quasi mai. La dirigenza della Fiorentina sta lavorando benissimo, non bene. Le cifre che ha ricordato sono una sentenza”.

Ad un grande bomber come lei, non possono non chiedere il punto di forza e quello debole di questo Moise Kean?

“Per quanto riguarda la testa, ha avuto una crescita importante. Il calciatore si muove bene in campo, meglio rispetto ad una volta. Certo, la domenica si vede il coronamento del lavoro di una settimana, per essere più preciso, invece, dovrei vederlo ogni giorno. Ma non fuggo la domanda. L’aspetto da migliorare forse è quello di imparare a muoversi con maggiore efficacia in funzione di qualche compagno; in positivo attacca bene la profondità, sa venire incontro e difende ottimamente la palla. Si tratta di un acquisto azzeccatissimo (e torniamo ai meriti della dirigenza) da parte della Fiorentina e se lo deve godere fino alla fine”.

Gudmundsson, tre gol nell’ultima settimana, può essere l’arma decisiva del finale di stagione della Fiorentina?

“Sicuramente, per la sua classe e per il suo saper giocare quasi sempre in verticale. Non ha un ruolo ben definito, anche se gli piace partire dietro la prima punta, buttarsi dentro e calciare molto bene, come successo con il Napoli e la Juventus. Ha personalità e tecnica per far fare il salto di qualità alla sua squadra”.

Pensa che la Fiorentina riuscirà a portare fino in fondo sia il campionato che la Conference League, vista la rosa a disposizione, o ad un certo punto sarà costretta a scegliere un obiettivo prioritario?

“Deve provarci in tutte e due le competizioni, ormai tutti i giocatori sono allenati a disputare tre competizioni. E poi la Fiorentina l’ha già fatto con Italiano, perché non potrebbe farlo anche con Palladino? Certo è che, se il quarto posto dovesse avvicinarsi rispetto alla situazione attuale, allora magari si potrebbe pensare ad una scelta in ottica Serie A”.

Chiudiamo con Raffaele Palladino, un allenatore che divide la piazza gigliata, tra chi lo difende a spada tratta, per i tanti successi con le big, e chi invece non gli perdona i molti passi falsi commessi contro le cosiddette piccole del nostro campionato. Qual è il suo giudizio, fin qui, sul lavoro svolto dal tecnico della Fiorentina?

“Il suo lavoro è senz’altro positivo. Sta andando bene in campionato, è ancora in lizza in Conference League. Forse con le otto vittorie di fila qualcuno si era illuso, ma bisogna considerare che è al suo primo anno a Firenze, che è una piazza molto calorosa, ma difficile. Il lavoro è senz’altro buono e in linea con le aspettative. Magari mancano 2-3 punti alla sua Viola, ma non spostano il giudizio complessivo”.


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