La maledizione delle soste del campionato: quando la Fiorentina si ferma è (quasi sempre) perduta
Con la sosta per le nazionali appena conclusa, il campionato -finalmente- non avrà più interruzioni per questa stagione. Questa funesta pausa, infatti, è l’ultima delle cinque previste in tutto l’arco del 2021/22. Soste che non sempre hanno ricaricato i giocatori della Fiorentina (anche perché sempre in diversi impegnati con le proprie nazionali) che più di una volta ci hanno lasciato le penne al rientro. La partita di domenica contro l’Empoli sarà la prova del nove per capire quanto, in tutto l’intero campionato, le interruzioni hanno frenato la corsa dei ragazzi di Italiano.
La prima sosta per le nazionali, in realtà, portò a una prestazione di forza a Bergamo, dove i viola riuscirono a imporsi su un campo complicato come quello dell’Atalanta. In quel caso, però, si trattò di una pausa atipica, perché avvenuta dopo appena due giornate, che, forse, sfavorì di più i nerazzurri. La seconda pausa, invece, è l’esempio per eccellenza in cui la Fiorentina ha lasciato i tre punti all’avversario. La clamorosa sconfitta a Venezia di ottobre fu -molto probabilmente- conseguenza dello scarsissimo impiego dei sudamericani, che non vennero inseriti neanche all’intervallo quando già la squadra era sotto. Inoltre, qualche giorno prima, c’era stato l’annuncio di Commisso sul mancato rinnovo di Vlahovic. Un tema che, sicuramente, aveva non poco scosso lo spogliatoio. Lo stesso attaccante che aveva rifiutato il rinnovo si rese comunque protagonista nella partita successiva alla sosta per la Nations League (altra competizione, per la cronaca, dove l’Italia è volata fuori alla prima manche). La doppietta dell’attuale n°7 della Juve consentì infatti ai viola di infliggere la prima sconfitta in campionato al Milan capolista.
Anno nuovo, vecchia storia. Quando il motore della macchina di Italiano si ferma per ricarburare, i guai vengono fuori. La debacle di Torino a gennaio è anch’essa successiva a una pausa (in quel caso per le feste natalizie). Il 4-0 subito senza appello è la sconfitta più larga -e più brutta- della stagione. Certo, c’era stata forse una scarsa preparazione alla sfida dovuta al Covid, ma resta lo stesso una botta d’arresto fragorosa. Ancora a gennaio un’altra sosta aveva riportato danni ingenti alla banda di Italiano. Fu il caso della sconfitta casalinga per 0-3 nello scontro diretto contro la Lazio. La prima di Cabral e, quindi, la prima senza Vlahovic.
È vero che due -tra le poche- vittorie contro le big ci sono state proprio dopo una sosta per le nazionali, ma è vero anche che si tratta di due casi isolati. In generale, a questa Fiorentina non fa bene fermarsi. In primis, perché lo zoccolo duro dei sudamericani rientra sempre poche ore prima della partita (in più col fuso orario sballato). Ma soprattutto, perché quella di Italiano è una formazione che ha bisogno di giocare tanto insieme, di trovarsi durante la settimana per preparare gli schemi e di provare e riprovare le situazioni offensive. Sperando che una Venezia 2 non possa essere ripetuta, domenica i viola affronteranno un avversario più riposato che arriverà dopo l’incubo della Fiorentina: la sosta.