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La descrizione migliore della Fiorentina di questa stagione la dà Italiano quando fa riferimento alla concentrazione dei suoi: senza il livello massimale, la sua squadra è in grado di "perdere con tutti". Il che se da un lato significa che con una dose piena di tale dote si può andare a fare la guerra con tutti, dall'altro è anche indice di una rosa terribilmente dipendente dalla perfezione e quasi mai in grado di salvarsi con la giocata di un singolo.

Se poi ci mettiamo un appannamento fisico/mentale, che a sua volta quella dote di concentrazione non la favorisce di certo, il danno è fatto e la Fiorentina finisce per soffrire, senza ancore di salvezza. La famosa 'capacità di gestione' di cui si parla tanto (e che manca troppo spesso) è frutto nei top club soprattutto del livello tecnico generale. E non è tanto questione di controllo del pallone quanto semmai del ritmo della gara, di malizia, di accortezze, di comprensione del gioco e dei momenti. E' chiaro che l'allenatore dia delle direttive ma è nel tramutarle in movimenti e gesti tecnici che si differenzia la qualità dei calciatori.

La realtà oggi parla di una Fiorentina che in rosa ha pochissimi calciatori dotati in tal senso, pochi in grado di gestire, pochissimi in grado di inventare: ed ecco allora che l'ancora di salvezza diventano concentrazione e perfezione. Elementi irrinunciabili ma di cui anche i grandissimi non dispongono in quota massimale ad ogni uscita: la differenza sta appunto nel come sopperiscono al deficit. Con la qualità appunto. Altra dote che piace fin troppo esaltare in una rosa che forse pecca anche oltre a quanto si voglia raccontare.

 

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