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La Fiorentina ha svoltato. E' oggettivo, al di là dei risultati. Se nelle primissime partite della stagione solo a Bergamo si era intravisto un timido segnale di gioco da parte della squadra viola, adesso la musica in casa viola sembra essere nettamente cambiata. Piedi per terra non è una parola d'ordine, è la parola d'ordine. Ma sotto la lente d'ingrandimento dell'analisi ci vanno anche le tante cose buone viste nelle ultime 5 partite giocate.

Pochi singoli e tanto gruppo

Tra queste c'è anche la concezione di gruppo che è emersa da una squadra giovane. Non per età media, quanto per conoscenza tra loro dei singoli. Per prendere solo da esempio le ultime due partite contro Lecce e Milan: 8/11 dei titolari erano nuovi acquisti. Il gruppo prima dei singoli, a spazzare via quelle voci venute fuori dopo la prima vittoria contro la Lazio, il battibecco sul dischetto tra Kean e Gudmundsson ecc ecc. 

L'episodio di Kean

E proprio l'attaccante italiano si è reso protagonista di un'azione passata inosservata durante Lecce-Fiorentina. Il cronometro segna 47 minuti. Siamo agli sgoccioli di un primo tempo senza storia, Cataldi ha appena segnato il 3-0 su punizione e il Lecce è in 10. Kean sta stringendo i denti per arrivare all'intervallo, con una caviglia malconcia. 

Il Lecce ha una mezza occasione per ripartire dopo un rimpallo favorevole. Kean, nonostante l'acciacco, si lancia alla rincorsa di Oudin che  trascina i giallorossi avanti. Poi il cross ribattuto, la lotta di Kean e la palla riconquistata dalla Fiorentina. Episodio piccolo, quasi insignificante, che evidenza però lo spirito di sacrificio dei singoli a disposizione del gruppo, anche quando il risultati è quasi al sicuro. E Kean l'ha fatto vedere anche domenica. Non segna, ma lotta e fa segnare. E il voto il pagella rimane alto. Pochi personalismi, questa Fiorentina ha tanti giocatori pronti a mettersi a disposizione. 

Il sacrificio di Gosens, non un'eccezione

Vedi Gosens e le sue parole a fine partita: “Giocando da terzino perdo potenziale, ma se questo aiuta la squadra e Palladino me lo chiede va bene, perfetto, lo faccio volentieri. E' la mentalità vincente, mettersi a disposizione della squadra per farla vincere”. A lezione dal professor Robin. Che sembra non essere l'eccezione in un gruppo di ragazzi che stanno iniziando un percorso dalle ottime premesse. 

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