Così è se mi pare… - Una frase stupefacente pronunciata da un giocatore di Serie A (e per giunta capitano)
“Passa la palla” è la tipica frase, di solito urlata con una certa veemenza, che risuona nei campi di calcio improvvisati: dai prati (il Quercione alle Cascine su tutti), ai cortili delle scuole o delle chiese, fino alle spiagge. E’ una frase ricorrente perché in ogni squadra più o meno improvvisata, che sia di scapoli o di ammogliati, della scuola o del bar, c’è sempre quello che si sente primadonna e pensa che il pallone spetti a lui per diritti divino.
“Passa la palla” non è mai un garbato invito, ma un urlaccio che sottintende ritorsioni in caso di non rispetto della richiesta. Anche perché i monopolizzatori della palla sono una minoranza, circondata da una maggioranza di scarponi poco inclini a restare a guardare presunti virtuosismi.
Stupefacente
Tuttavia che “passa la palla” lo potesse dire un giocatore di serie A (fra l’altro nell’occasione in cui ha indossato la fascia di capitano) ha dello stupefacente. La Fiorentina segna col contagocce (ha il 12° attacco della serie A con sole 7 reti) e ha concluso la partita contro l’Empoli eguagliando il record negativo di zero tiri nello specchio della porta avversaria. Dalle parole di Kouame si capisce che la causa non è la scarsa intesa fra calciatori che giocano insieme da poco, ma la scarsa inclinazione a passare la palla di alcuni di loro.
Praticamente una squadra di egoisti-narcisisti che, senza essere Maradona o Messi, preferiscono baloccarsi col pallone fino a perderlo piuttosto che offrirlo ad un compagno.
Spirito di gruppo? Solo retorica
Se a questo aggiungiamo il triste teatrino tra Gudmundsson (un conto è la personalità, un altro l’arroganza) e Cataldi su chi avrebbe dovuto tirare il calcio di punizione dal limite, si arriva alla conclusione che nella Fiorentina lo spirito di “gruppo”, spesso chiamato in causa con un pizzico di retorica, non c’è.
Eppure Palladino vede e racconta di miglioramenti partita dopo partita. Le parole dell’attaccante viola, invece, lasciano intendere l’esatto contrario.