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Non si può più pensare all’Europa in campionato, almeno finché la Fiorentina sarà in queste condizioni. Si deve pensare all’Europa tramite la Coppa, una strada che può servire a salvare la stagione, e questo fin da questa sera. Se la Fiorentina dovrà fare tanti punti e tante vittorie in campionato per poter tornare a parlare di piazzamenti prestigiosi, stasera non potrà sbagliare partita se vorrà dare un senso ad una stagione già in salita, dopo soltanto due mesi di gioco.

Sbagli, evidenti, di campagne acquisti condizionate da tutto tranne che dal lato tecnico. L’addio a Torreira, che pesa come un macigno. Ma soprattutto la cessione (quasi inevitabile) di Vlahovic, sostituto con Piatek, Cabral, Jovic, e se vogliamo anche Ikone. Basta associare questa lista di nomi al loro rendimento per capire che in fondo, i problemi viola, sono tutti qui. E scusate se è poco.

Da sempre, dopo errori di valutazione del genere e soldi spesi male, nel calcio si paga e si cambia. Uomini, strategie, dirigenti. Ci dicono che Commisso sia molto arrabbiato per le critiche alla squadra. Pensiamo che si debba arrabbiare anche per come i suoi soldi (comunque tanti) sono stati spesi. La sconfitta contro la Lazio arriva a ricordare che i biancocelesti, gestiti da un proprietario tutt’altro che simpatico, non hanno uno stadio di proprietà, hanno un bacino di utenza simile a quello viola, non hanno un presidente più ricco di quello viola. Eppure tutti gli anni sono lassù, eppure hanno un allenatore da big, eppure riescono a trattenere i migliori come Immobile e Milinkovic-Savic, due che se fossero stati a Firenze sarebbero stati venduti al primo giro di mercato. E invece a loro è stata costruita la squadra intorno, sono diventati bandiere. E’ così purtroppo, lo dicono i numeri, lo dicono le classifiche. Dagli ultimi Della Valle (che comunque la Fiorentina in Champions l’hanno portata e hanno fatto per qualche anno sognare) a Commisso la musica non sembra cambiata.

E poi c’è Italiano, un tecnico bravo ma ancora non bravissimo, che sicuramente ha responsabilità in questo inizio da dimenticare. Responsabilità soprattutto tattiche. Non si può essere talebani, giocare sempre allo stesso modo, non capire che la Lazio parte in contropiede da sempre, e che in un momento di grande fragilità forse è giusto anche cambiare qualcosa, chiudersi di più, ammettere a se stessi e alla squadra che non si più più giocare il calcio spumeggiante e sbarazzino dello scorso anno. Sarri se l’è mangiato Italiano, con il minimo sforzo possibile.

Stasera la Fiorentina ha una delle poche strade possibili per tenere viva almeno una parte di stagione. Perché la grande paura, senza scomodare la parola salvezza che ci sembra davvero assurda, è quella di arrivare a gennaio avendo pochissimo da dire. Lo scorso anno, ci avevano abituato ad altro. E quest’anno, è stato detto e ripetuto davanti a qualche legittima critica, che avremmo migliorato i risultati dell’anno passato. Aspettiamo.


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