L'esplosione di Retegui, ma non solo: Belotti e Spalletti sono sempre più lontani. Una missione azzurra quasi impossibile da compiere e due mesi per provarci
Voglia di riscatto, necessità di collezionare minuti, speranza di poter rientrare nel giro della Nazionale. Tutte componenti che hanno determinato il trasferimento di Andrea Belotti dalla Roma alla Fiorentina, in prestito durante il mercato di gennaio. Consequenziali, se vogliamo, perché l'Europeo è ormai alle porte e il tempo per convincere Luciano Spalletti è sempre meno.
Pochi gol, ma ottime prestazioni
Se Belotti gioca bene e segna ne beneficia la Fiorentina e, di conseguenza, aumentano le chance di vestire la maglia azzurra. E l'attaccante campione d'Europa in carica, dobbiamo dirlo, finora non ha fatto male. I gol sono stati pochi, è vero, ma non si possono mettere in dubbio le prestazioni e l'enorme forza di volontà (sebbene pesino alcuni errori sotto porta, come quello nel primo tempo contro il Milan).
Gerarchie difficili da sovvertire
Tutto questo, però, potrebbe non bastare. Per le amichevoli negli Stati Uniti Spalletti ha puntato forte su Retegui, che ha risposto con una doppietta candidandosi al ruolo di centravanti titolare dell'Italia agli Europei. Belotti, però, non è stato considerato nemmeno come alternativa, superato da Lucca e Raspadori e probabilmente anche con Scamacca davanti nelle gerarchie. Guadagnarsi un posto nel gruppo che a giugno volerà in Germania sarà tutt'altro che semplice per Belotti, che però non può e non deve mollare: mancano ancora circa due mesi, i più importanti della stagione. Firenze tifa per il Gallo.