Spagnolo a FN: "Tutte le testimonianze concordano nel dire che i tifosi atalantini non stavano facendo nulla di pericoloso. Fiorentina e Atalanta grandi tifoserie con fortissimo legame tra squadra e città"
Gli scontri nel post Fiorentina-Atalanta di Coppa Italia sono ancora un mistero e soprattutto stanno generando molte polemiche. Per analizzare meglio la situazione degli stadi italiani, Fiorentinanews.com ha intervistato Pierluigi Spagnolo, giornalista de La Gazzetta dello Sport e autore del libro “I ribelli degli stadi – Una storia del movimento ultras italiano”, da mesi nelle posizioni alte delle classifiche di vendita.
Prezzi alti, pay tv e stadi vecchi, come sta il mondo del tifo in Italia nonostante stiano facendo di tutto per far restare la gente sui divani?
Sicuramente il mondo del tifo è meno in forma rispetto agli anni 80-90, il momento d’oro del calcio italiano e – di riflesso – anche del tifo. Ma nonostante tutto, le curve degli stadi rimangono il luogo di aggregazione preferito dagli italiani di ogni età, dai 14 ai 60 anni, da Nord a Sud. Nonostante le pay tv, gli orari folli in cui si giocano le partite (basterebbe ricordare il recente Genoa-Milan di lunedì alle 15), stadi fatiscenti e biglietti costosi, nonostante norme e restrizioni al limite della logica, le curve degli stadi si svuotano più lentamente dei settori più “elitari”.
Quale può essere una soluzione per far riavvicinare la gente alla curva e allo stadio?
Basterebbe tornare a giocare il campionato di domenica, magari quasi tutti nello stesso momento. E poi considerare i tifosi come l’elemento essenziale per una squadra, anziché come un cliente che deve solo consumare, spendere, applaudire a comando. Se i club pensassero più a riaccendere la passione popolare e meno alle plusvalenze e al marketing senza freni (soprattutto a quello che ti cambia le maglie per interesse degli sponsor), sarebbe già un piccolo passo…
La sfida tra la Dea e i Viola è stata e sarà molto partecipata da entrambe le tifoserie. Pullman, auto e trasferte con più di duemila persone. E’ la dimostrazione che il tifo c’è ed è vivo?
Sono due grandi tifoserie italiane, tra le più passionali e con un fortissimo legame tra squadra e città. Non mi stupisce che ci sia una mobilitazione così forte, a Bergamo così come a Firenze.
Firenze nella scorsa settimana è stata protagonista di un brutto evento del quale ancora non si è capita la verità. Sul Varlungo dei pullman atalantini sono stati fermati dalla Polizia e ne è nata una colluttazione con feriti ed una maxi-dentificazione. Ovviamente le versioni tra Forze dell’Ordine e tifosi sono ben diverse e distinte, che idea si è fatto?
Ho letto e ho osservato i video e le immagini che la Rete ha offerto, dato che oggi tutti abbiamo un cellulare sempre acceso tra le mani. Così come ho ascoltato le interviste ai testimoni, ai tifosi e agli autisti dei pullman fermati. Tutte le testimonianze concordano nel dire che i tifosi atalantini non stavano facendo nulla di pericoloso…
Questo “clima” potrebbe portare ad alcune ripercussioni nella gara di ritorno proprio tra Atalanta e Fiorentina?
No, non credo che aumenterà la tensione tra le due tifoserie. Al massimo potrebbe aumentare quella tra ultras e forze dell’ordine. Ma speriamo di no, ovviamente…
Ovviamente, il mondo ultrà si è stretto attorno ai tifosi bergamaschi. Da Perugia, passando agli stessi rivali fiorentini, come si può giudicare questo unirsi tra curve?
Su grandi temi di interesse generale, così come in occasione di episodi gravi (penso alla morte di Gabriele Sandri, o a tante iniziative benefiche trasversali tra le tifoserie), il mondo delle curve ha sempre saputo dimostrare grande saggezza e maturità, andando oltre le rivalità, oltre i diversi colori, oltre il campanilismo, i discorsi politici e le divisioni Nord-Sud. Anche in questo caso, la solidarietà verso gli atalantini è stata trasversale, com’era giusto che fosse per chi è diventato involontariamente protagonista di un episodio piuttosto preoccupante.