Chiesa, il ditino e un gesto non da campione: serve la salvezza e poi "si lavano i panni"
Non è saggio essere troppo sicuri della propria saggezza. È salutare ricordare che il più forte può indebolirsi e il più saggio può sbagliare. Questa frase di Gandhi rappresenta in parole la situazione creatasi nel post Fiorentina-Verona con conseguente ditino sul naso di Federico Chiesa.
Un ditino a zittire che ha innescato una sequela di polemiche e riflessioni. Un qualcosa di impulsivo ed istintivo ma ricco di rabbia. Un dito verso chi? Verso cosa? Sicuramente non verso i tifosi, non presenti e che sostengono nonostante tutto la Fiorentina e chi indossa la maglia viola.
Verso la tribuna stampa? Può darsi, le voci sul suo conto sono tante e molteplici ma quando si è campioni, lo si è fino in fondo. Infatti, il rendimento di Federico Chiesa durante l'ultima stagione non è stato certo da 80 Milioni e questo può scaturire delle chiacchiere più o meno pesanti sul conto del giocatore.
Queste parole, forse troppe, però non danno il permesso ad un giocatore di avere reazioni simili. Perchè la grandezza morale e lo spessore si vedono anche da questo, ovvero da comportamenti seri e ligi anche in campo. E' vero, Chiesa è ancora molto giovane, ha da crescere, ma tutte queste non sono giustificazioni per quel gesto.
Questo è il momento dell'unione e proprio per questo un gesto simile è difficile da interpretare. Perchè soffiare su un fuoco accesso? Salvezza, serenità e poi si lavano i panni.
Il più forte può indebolirsi ed è bene che Chiesa se lo ricordi. Sì è un fenomeno, sì è il futuro della Nazionale Italiana, ma i grandi campioni si distinguono da altri gesti e possono avere momenti di calo. Se ha qualcosa da dire, lo dimostri sul campo. La sede migliore per far tacere tutte le polemiche.
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