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Vincenzo Italiano parla spesso di dettagli che fanno la differenza, e segnare o sbagliare un rigore sicuramente è uno di quelli. Solo che il primo dei due verbi, da un po' di tempo, non esiste più in casa Fiorentina. E fa anche un po' ridere pensare che proprio la lotteria degli undici metri, per due volte consecutive, ha permesso ai viola di passare il turno in Coppa Italia. In campionato, invece, i punti persi per questo motivo sono pressoché la metà della distanza che divide porta e dischetto.

Due domande a Nico e Biraghi

Inutile accanirsi su Biraghi. Prima di lui c'erano stati Bonaventura, Ikoné, persino Nico Gonzalez e l'esito era stato lo stesso. Quando Italiano parla di dettagli, però, qualche riflessione viene automatico farla. Viene da chiedersi, ad esempio, perché l'argentino ha tirato a Sommer lo stesso tipo di rigore che il portiere svizzero aveva parato a Jorginho con la Nazionale. Oppure perché Biraghi abbia indirizzato il pallone sullo stesso lato dove Svilar, poche settimane prima, si era tuffato per neutralizzare due tiri del Feyenoord portando la Roma agli ottavi di Europa League.

Dettagli insignificanti. Oppure no?

A certi livelli tutto può fare la differenza, la pratica ma anche la teoria. Non ci è dato sapere se dietro i cancelli del Viola Park i giocatori provino i rigori a fine allenamento, né soprattutto secondo quale criterio vengono stabilite le gerarchie dal dischetto o se qualcuno studia davvero i portieri avversari prima di prendere in mano pallone e responsabilità. Forse sono solo dettagli insignificanti, oppure quelli che fanno la differenza di cui parla Italiano

Dall'infallibilità di Nico alla tragica girandola dal dischetto. E pensare che in Coppa Italia i viola son stati perfetti... Per ben due volte
Praticamente un incubo. Da ora in poi, quando l'arbitro indicherà il dischetto a favore della Fiorentina, sui volti dei...

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