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Dell'Olio Fiorentina

Una rosa importante quella della Fiorentina, sulla quale lavorare. Un gruppo di giocatori da riscattare e da confermare, sul quale costruire il futuro. Questa sosta, arrivata dopo due importantissime vittorie tra Conference e campionato, ha restituito serenità alla famiglia viola ma soprattutto ha riportato quell’ottimismo che era stato spazzato via dopo gli ultimi due mesi davvero difficili. 

Oggi, ad una manciata di giornate dalla fine, con una stagione ancora tutta da scrivere (ma viva, e questo è l’importante) sia in campionato che in Europa, è giusto cominciare già a guardare alla prossima stagione. Con l’idea come al solito di trattenere i migliori, di riscattare i più forti, di convincere gli indecisi. 

Molto dipenderà da Kean

Chiaro che tanto della Fiorentina del futuro passerà dalla permanenza o meno di Kean, uno che ha fatto la differenza ma che a Firenze si è ritrovato e rilanciato. Lui, De Gea, Gudmundsson, Gosens, Comuzzo, ma noi aggiungiamo anche Adli, Cataldi, Dodo, sono calciatori che vorremmo vedere ancora in viola e che potrebbero costituire la spina dorsale della Fiorentina del futuro. 

Certo, uno di questi forse sarà sacrificato per fare mercato, come accade in ogni stagione, ma l’imperativo questa volta non sarà fare una rivoluzione, ma puntellare, migliorare, con un paio di innesti. Al di là dell’allenatore, di Palladino o meno, si ha finalmente la sensazione che a questa squadra basterebbe poco per inserirsi nella lotta all’Europa che conta, sia dal punto di vista numerico della rosa che della qualità degli interpreti. 

Finalmente una squadra

Anno dopo anno, tassello dopo tassello, si è finalmente arrivati ad una squadra che, se saranno sborsati i soldi che servono per alcuni riscatti, potrebbe davvero avere qualcosa da dire nel prossimo triennio. Perchè la Fiorentina è giovane, ha quasi tutti calciatori ben al di sotto i 30 anni, ha una fisionomia già collaudata. 

Chiaro, ci piacerebbe che questa stagione finisse talmente bene dal poter continuare con Palladino, per non dover ricominciare tutto da capo, dal punto di vista tecnico, per non dover ripartire nuovamente da nuove idee di calcio e di gioco magari diametralmente opposte. Questo, però, è un discorso prematuro da fare ed è anche giusto che a fine stagione avvenga un confronto serio e serrato tra allenatore, proprietà e dirigenza per capire, davvero, se le frizioni del recente passato potranno essere messe da parte o meno. Oggi non lo vediamo impossibile come finale. Il calcio cambia continuamente, bastano dieci giorni, due partite fatte bene o male per capovolgere tutto. E allora aspettiamo, sperando che questo finale ci riservi belle sorprese.

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