Due prove tecniche per la partita della vita. Non si dovrebbe gridare a gran voce, eppure è inutile nascondersi dietro un dito
Ogni partita è da onorare. La Fiorentina è ancora in lotta per questo fantomatico ottavo posto, ultima spiaggia misteriosa per l'Europa (con un'altra opzione decisamente più appetibile). Ogni match meno stimolante rappresenta comunque un'opportunità per crescere e prendere fiducia. Tutto vero, tutto da tenere in considerazione. Ma Fiorentina-Roma e la trasferta al Mapei Stadium del prossimo weekend non rappresentano altro, se non due prove tecniche.
Vacilla, anche, il concetto di competitività: oggi sarà gara nel farsi meno male reciproco possibile, visto che Viola e giallorossi hanno due finali europee in programma, ma anche contro un Sassuolo bello tranquillo, piantato a metà classifica, c'è ben poco da aspettarsi. In questi contesti, che difficilmente potrebbero essere più placidi, Italiano e i suoi ragazzi hanno 180 minuti per affinare gli ultimi dettagli prima di presentarsi all'esame più importante della storia recente della Fiorentina.
Più ci si avvicina, più si sente la pressione. Mancano ancora dieci giorni alla finale di Conference League, ma Fiorentina-West Ham è già la partita della vita. Difficile calcolarne l'importanza, considerato che da lei passano il ritorno alla vittoria di un trofeo dopo 22 anni (dopo il primo 'match point' andato male contro l'Inter) e l'Europa nella prossima stagione, che si chiamerebbe Europa League. Con queste premesse, come fai a pensare al Monza da rincorrere o a un posto in campionato del quale non si sa ancora il destino?