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A parlare è Antonio Bongiorni, talent scout e tra i primi a scoprire il talento di Giacomo Bonaventura al Margine Coperta, prima delle avventure tra i grandi con Atalanta, Milan e Fiorentina. Queste le sue parole a La Nazione: "Era il 2005 quando vidi Giacomo giocare per la prima volta. Aveva solo 15 anni, ma riconobbi di trovarmi di fronte ad un futuro campione. Ebbi la fortuna di avere una segnalazione di questo giovanissimo da una persona che lo vide nelle Marche, da dove proviene. Mi resi conto che avevo davanti un predestinato. Aveva un rapporto con la palla come nessun altro. La gestiva con grande sicurezza e non sbagliava quasi mai un passaggio o un inserimento. Era un po’ esile ed infatti lo abbiamo fatto lavorare molto in palestra, per fargli sostenere la sua tecnica sopraffina. 

Gli anni del Milan sono stati in parte un’occasione persa. A Milano è rimasto inespresso, salvo rari lampi. Poi c’è stato l’infortunio che lo ha tenuto a lungo fermo. Quando ho saputo che andava a Firenze ho pensato ‘qui, con Italiano, può fare grandissime cose’. Dopo la nascita del secondo figlio Jack ha raggiunto una forza mentale e una tranquillità mai avuta. É un professionista sotto ogni aspetto, senza grilli per la testa, fa casa-allenamento. É al massimo della sua forza e ha trovato in Italiano un allenatore che lo sa gestire e gli fa tirare fuori il meglio di sé, in campo. Sta vivendo un momento magico e sono incredibilmente felice per lui"

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