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"L’obiettivo è la salvezza, ci dobbiamo mettere in testa tutti che la Fiorentina lotterà per non retrocedere. Ormai sono mesi che siamo in quella posizione e quindi dobbiamo essere abituati". Questo è quello che ha riferito Cesare Prandelli dopo la decima sconfitta stagionale su 22 partite giocate. Ma siamo sicuri che questi concetti siano bene in testa di tutti?

Poniamo e ci poniamo questa domanda perché vedendo quello che succede in campo non ne siamo poi così tanto convinti. Per essere più chiari, si può anche essere d'accordo sul fatto che se c'era una squadra che meritava di più tra Sampdoria e Fiorentina quella era proprio quella viola. Però l'atteggiamento, il modo di fare di alcuni elementi della squadra non era quello che si addice a quello di una compagine che deve lottare per ottenere punti a tutti i costi. Ci sembra che vincere, perdere o pareggiare, per qualcuno non cambia niente. Il calcio non è solo questione tecnica, convinzione, determinazione, voglia di arrivare prima degli altri, spesso fanno la differenza e nell'ultimo fine settimana abbiamo avuto un esempio eclatante di tutto ciò: la vittoria dello Spezia contro l'ex capolista Milan.

Ecco, al di là di carenze strutturali, al di là di errori di misura e anche nelle scelte degli uomini, al netto di tutto, manca proprio questo alla squadra ora allenata da Prandelli. E se non si entra in una dimensione diversa in fretta possono essere davvero dolori.

E venerdì indovinate chi arriva a Firenze? Sì, proprio quello Spezia di cui sopra. Non c'è tempo per avere paura, non c'è tempo per temere una compagine che è sicuramente ben organizzata e che forse ha trovato la propria quadratura. C'è solo il tempo per tirarsi su le maniche e avere finalmente più voglia degli altri di portare a casa i tre punti. Semplice no?


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