Un errore fatto con la cessione di Chiesa e ripetuto con quella di Vlahovic. Sbagliare è umano, perseverare... Anche basta
Dall'arrivo di Commisso a Firenze sono state due le cessioni illustri della Fiorentina: Federico Chiesa e Dusan Vlahovic. Non siamo qui a riaprire due ferite fresche, soprattutto per come e per quando sono arrivate, bensì per analizzare le contromosse della società viola, che fino a oggi non hanno dato i frutti sperati.
Partiamo da Chiesa, ceduto alla Juventus a poche ore dal gong finale nell'ottobre del 2020 e sostituito dall'allora svincolato José María Callejón. L'ex Napoli con la maglia della Fiorentina non ha mai trovato la sua giusta dimensione, collezionando in due anni 55 presenze con 2 gol e 4 assist. Il suo futuro a giugno sembra ormai scritto, con un contratto in scadenza che non sarà rinnovato e un'altra partenza a parametro zero in vista. Il classe 1987 si presentò alla stampa fiorentina con "Io non sono Chiesa, sono Callejon" e in questi due anni purtroppo, senza troppo sarcasmo, si può dire di essercene accorti.
Passiamo poi al più recente addio di Vlahovic, arrivato anche questo a pochi giorni dalla chiusura dell'ultimo mercato invernale. Il serbo se n'è andato dopo una metà stagione da 20 gol in 24 presenze e sostituirlo era francamente impossibile. Almeno per i numeri raggiunti. Per sopperire alla sua mancanza la Fiorentina ha optato per Krzysztof Piatek, arrivato dall'Herta Berlino in prestito con diritto di riscatto, e Arthur Cabral, acquistato dal Basilea a titolo definitivo. Il polacco, dopo una partenza sprint da 6 gol in 8 presenze, è sparito parzialmente dai radar, facendo spazio al brasiliano. Per Cabral solo 2 gol con la maglia viola in 15 presenze e un inizio di avventura a Firenze che non sta convincendo. Piatek è destinato a dire addio dopo solo sei mesi, con un riscatto molto lontano da realizzarsi, Cabral dovrà ancora lavorare molto per inserirsi al meglio nei meccanismi del gioco di Italiano. In ogni caso, la volontà della Fiorentina sembra essere quella di voler nuovamente tornare sul mercato per cercare una punta per la prossima stagione.
Tre sostituti per due partenze eccellenti che non hanno ben figurato, lasciando vuoto uno spazio importante. Errori di valutazione? Cattivo ambientamento? In ogni caso, quello che rimane dei tentativi di arginare le cessioni di Chiesa e Vlahovic, è poco o nulla. Due situazioni da tenere di conto ed evitare un'altra volta anche per il futuro, quando potranno partire profili importanti come Milenkovic in difesa. Sbagliare è umano, ci mancherebbe. Ma perseverare... Anche basta!