Dal Franchi al Franchi: L'imbuto chiamato STADIO. La discriminante che ha fatto saltare l'ipotesi presentata da Commisso
Prima ancora che si parlasse di Mercafir, di Campi Bisenzio e quant'altro, poco dopo l'arrivo di Rocco Commisso a Firenze, il primo progetto che fu presentato dal nuovo proprietario della Fiorentina riguardava il Franchi. Su quel progetto c'erano le mani (e la firma) di Marco Casamonti, lo stesso architetto che si è occupato del Viola Park.
A distanza di due anni, sullo stadio siamo tornati proprio al punto di partenza, come un imbuto, come un grande gioco dell'Oca, o come un Monopoly se preferite. Siamo tornati lì perché tutte le alternative delle quali si è parlato nel frattempo sono naufragate, per un motivo o per un altro. E siamo tornati lì anche perché, nel frattempo sono arrivate delle disposizioni da parte del Mibact sull'impianto progettato dall'architetto Nervi, ritenuto monumento.
Che cosa impedì di poter prendere in considerazione il progetto Commisso-Casamonti? Quale fu la discriminante che fece saltare tutto? A ben vedere parliamo di un solo, unico punto: la demolizione delle curve che sarebbero state ricostruite e riavvicinate al campo, così come ormai viene fatto in tutto il mondo. In sostanza non poteva e non potrà essere toccata la famosa forma a D dello stadio, cosa che comporterà la realizzazione di curve nelle curve quando verrà realizzato il rifacimento del Franchi in futuro. Ci saranno da trovare delle soluzioni particolari per evitare l'effetto rabbercio di cui parlano molti tifosi nei loro commenti, sia su questo sito, sia sui social media.
Il resto sarebbe stato preservato, e ci riferiamo ancora al progetto di cui sopra. Dalla copertura della Tribuna, alla Torre di Maratona, alle famose scale elicoidali delle quali si è parlato tanto in questi mesi. Peccato aver perso due anni così per un dettaglio, che magari in termini architettonici non sarà di poco conto, ma che per i tifosi della Fiorentina, o per la maggior parte di questi, è meno rilevante.