Il mistero Pongracic, Gudmundsson e alcune cose che non vanno bene
La prima serata del 2025 della Fiorentina ha il sapore amaro: la squadra viola perde 0-3 contro il Napoli momentaneamente primo in classifica. Hanno fatto discutere le scelte di Palladino, così come l’ingenuità di Moreno sul rigore poi trasformato da Lukaku e una prestazione complessivamente non convincente. Tuttavia restano dei dubbi da sciogliere, eppure sono questioni naviganti nell’oblio.
Gudmundsson, la panchina per 90 minuti e il problema alla caviglia
Ieri, ad esempio, Albert Gudmundsson è rimasto seduto in panchina per tutta la partita. Il suo infortunio di fine ottobre, a Lecce, ha ulteriormente complicato la sua continuità di rendimento, già compromessa dall’assenza durante la preparazione. Ma anche oltre un mese dopo il suo rientro, non riesce a recuperare minutaggio. Palladino ha provato a chiarire post-gara: “Aveva un problema alla caviglia. Anche lui era molto dispiaciuto, ma ha sentito dolore e dobbiamo valutare le sue condizioni”. Problema ignoto alla vigilia della sfida, così come per quanto riguarda l’intero processo di recupero che sta riguardando il numero 10 viola.
E Pongracic? Ormai un mistero, ma tutt'altro che normale. Spiegazioni?
E se su Gudmundsson, almeno, ci sono state spiegazioni, ormai è sepolto da tempo il mistero Marin Pongracic. A settembre ha accusato un infortunio muscolare ai flessori della coscia sinistra, poi un rientro continuamente slittato per mesi e mesi. Il croato ha rivisto il campo solo a sprazzi, a fine novembre, per poi tornare fisso in panchina. Senza ulteriori novità sulle sue condizioni, del tutto ignote; per altro, anche il classe ‘97 fa “perdere le tracce” e ha tolto ogni sua fotografia da Instagram, unico social che usa pubblicamente.
Questa è la bocciatura più sonora. E non riguarda un profilo qualunque: cifre di eventuali riscatti escluse, Pongracic è l’acquisto più costoso dell’ultima estate viola, nonché il difensore più pagato nella storia del club. La sua avventura alla Fiorentina non era cominciata nel migliore dei modi, ma non vederlo più in campo a metà stagione fa impressione, specialmente dopo soltanto qualche sporadica apparizione e dopo 15 milioni di prezzo del cartellino speso. Ciò non significa che non ci siano spiegazioni, anzi. Solo che i tifosi non le conoscono.
Un oblio informativo che non fa bene alla piazza
Questa non è che una delle principali conseguenze della forte presa di posizione della società in ambito comunicativo. Ma si oltrepassa un limite importante, non certo giuridico però prettamente etico. Il distacco del club per la produzione di fonti interne non è di per sé un aspetto preoccupante, ma sta allontanando eccessivamente i tifosi nell’ambito informativo. Porta a un crescente distacco con la realtà, che certamente non fa bene a chi il bene di questa squadra lo vuole sempre. I tentativi di argomentare non hanno le basi corrette, inevitabilmente.
Intanto, Pongracic è ufficialmente un caso e l’ennesima panchina di Palladino, che pur tornando a tre in difesa ha preferito far debuttare in Serie A un non irresistibile Moreno, sa di resa. Non è lo stesso caso di Gudmundsson, anche se questo nuovo problema alla caviglia richiederà l’attesa di novità e una nuova apprensione per le sue condizioni. Tenere fuori dalla portata dei tifosi aspetti quali la chiarezza informativa sullo stato di un calciatore (che non dovrebbero rimanere segreti) lascia la piazza in un mare d’ipotesi. Un peccato.