Bove: "Mi sono sempre sentito un supereroe, adesso sono più vulnerabile. Vi racconto cosa ricordo di Fiorentina-Inter e del mio risveglio in ospedale"

Al podcast di Gianluca Gazzoli, BSMT, ha parlato Edoardo Bove in una lunga intervista. Il centrocampista della Fiorentina ha parlato della sua esperienza, del risveglio in ospedale e del malore. Queste le sue parole: "Quando sono uscito dall’ospedale, l’impatto con le persone è stato incredibile. Ho visto come cambiava lo sguardo delle persone nei miei confronti. Inizialmente mi dava fastidio, era un pochino di pena. Ma non posso biasimarli: mi hanno visto in condizioni brutte. Erano contente di vedermi, ma allo stesso tempo dicevano: 'Poverino questo ragazzo di 22 anni, in rampa di lancio nella sua carriera’. Poi dopo ho iniziato ad analizzare come si ponevano nei miei confronti. Erano davvero felici di vedermi. Hanno avuto paura in tanti: mi ha fatto capire l’importanza e la gravità della situazione di quello che era successo. Tuttora una parte di me non vuole credere a ciò che è venuto. Io mi sono sempre sentito un po’ un supereore, ma poi adesso esce fuori una parte vulnerabile. Immagino mi fosse successo a 15 anni, il rammarico di non spere dove sarei potuto arrivare avendo obiettivi mi avrebbe davvero distrutto. Se ti succede prima… non oso immaginare".
E ancora: “La prima cosa che ho fatto quando mi sono svegliato è stata vedere quelle immagini. Volevo vedere cos’era successo perché mi sono svegliato in ospedale senza capire. Inizialmente non mi davano fastidio, ora dopo un po’ di tempo è come se tornassi indietro. L’altro ieri li guardavo e mi dà più fastidio. All’inizio era un ‘Ok mi è successo questo, reagisco in questo modo’. Sono molto razionale. Ora nel rivedere l’episodio, mi dico: ‘Sto recuperando, anche a livello mentale’. Ma vedere quelle immagini mi fa fare dei passi indietro. Mi escono delle domande capricciose, come quelle di un bambino: ‘perché gli altri possono giocare e io no?’. Poi uno ragionandoci bene è ovvio si senta fortunato. Quello l’ho realizzato subito perché ho capito quanto si sono spaventati tutti. Vedendo la faccia dei miei famigliari davvero mi sono reso conto. E allora ti senti un po’ in colpa quando ti fai queste domande capricciose. Sono fortunato, ma te le poni comunque. E poi sono diventato molto più emotivo. Inizialmente ho pensato di dire: ‘che figura di m***!’. Dico davvero, non mi ero mai mostrato così vulnerabile di fronte a delle debolezze”.
E infine: “Lo sport è la prima cosa che pone i bambini davanti a delle responsabilità. Non poterlo praticare, qualche ragazzo che non può farlo, ha proprioa una mancanza. Lo sport mi ha dato valori, rispetto. Non poterlo fare stare fermo mi fa sentire in dubbio su me stesso. Ma sono Edoardo che fa sport, ma questa versione che non lo fa, va bene? Di Fiorentina-Inter mi ricordo anche le azioni successe prima. Poi ricordo il gol di Lautaro, lì sentivo girare un pochino la testa. Il cuore? Zero. Il giramento di testa pensavo anche fosse dovuto all’alimentazione perché non sentivo niente al petto o altri dolori. Mi sono accasciato per far finta di allacciarmi le scarpe perché non stavo bene. E lì secondo me ho fatto peggio: quando mi sono rialzato, sono andato giù. Non ho sentito assolutamente nulla. So che per ogni persona è differente, ma non ho avuto avvisaglie da parte del mio cuore. Mi sono svegliato senza ricordare nulla del percorso in ambulanza, qualche flash. Niente. Quando mi sono svegliato, mi toccavo le gambe, la testa. Pensavo di aver fatto un incidente. Anche in ambulanza ho fatto un bel casino. Dopo che mi hanno rinaimato, sono shock che ti rimangono. Cercavo di mordere, ero indemoniato. Le prime persone che ho visto non ricordo di averle visite. Le prime persone erano il mister, il ds e il dg. La cosa incredibile su cui mi soffermo è come il cervello tenda a fare un processo isolato da solo senza che tu glielo chieda, facendoti dimenticare certe cose”.