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Tra i personaggi che non sono stati riconfermati all'interno della Fiorentina, c'è anche Renato Buso, allenatore dell'Under 18 e che era stato già diversi anni all'interno del club viola come tecnico degli Allievi e della Primavera. Senza contare il suo passato anche da calciatore viola.

Perché questo rapporto si è interrotto?
"E' successo perché, almeno questo è quello che mi è stato detto in società, mi vedono più come allenatore da prime squadre che da giovanili. Questo è il loro pensiero, che rispetto, ma sono al contempo dispiaciuto perché sarei rimasto volentieri e coi ragazzi mi sembra sempre di aver lavorato bene, almeno vedendo quanti giocatori ho contribuito a formare".

Dispiacere doppio immagino, proprio adesso che la Fiorentina sta per avere un centro sportivo che l'avrebbe aiutata molto nel suo lavoro.
"Certo ho sempre detto che la proprietà ha fatto bene ad arrivare a progettare una casa per la Fiorentina. Un centro sportivo del genere diventa fondamentale soprattutto per i ragazzi, più che per i 'grandi'. Ci saranno più squadre assieme, nello stesso contesto, un valore aggiunto. Spero che ci possa essere l'opportunità di tornare e lavorare in questo centro sportivo".

Negli scorsi giorni girava la voce che c'era anche Buso tra i candidati ad allenare la Fiorentina Femminile. Cosa c'era di vero dietro questa indiscrezione?
"L'ho letta anch'io, era una voce, sinceramente non ne ho mai parlato direttamente con nessuno. Ho il preparatore atletico che è andato a lavorare nella Femminile, ma ho visto che alla guida della squadra c'è andata la Panico. Abbiamo visto anche quello che è successo con Donadel e Dainelli (entrambi non sono più legati alla Fiorentina ndr) e dispiace anche il fatto che si sia deciso di allontanare personaggi che sono legati a Firenze e alla Fiorentina. Questo perché bisognerebbe che ci fosse quel senso di appartenenza e attaccamento alla maglia all'interno di ogni società. E facendo così non si crea".

Capitolo Prandelli. Lei ha avuto modo di lavorare con il tecnico quando è tornato lo scorso autunno. Avevate avuto sentori che la sua storia sarebbe finita così?
"Io no, nemmeno altri collaboratori. E' scoppiato un po' tutto dal giorno alla notte. Aveva preso un po' troppo a cuore questa situazione e ci teneva troppo. Ed è diventato un vero peso per lui".

E poi ha avuto modo di contribuire alla crescita di Vlahovic.
"L'ho conosciuto con Prandelli e la fiducia che gli ha dato il mister è stata fondamentale per la sua esplosione. Ci ha creduto, gli ha sempre parlato ed ho trovato in lui una grandissima cattiveria sportiva. Il serbo iniziava gli allenamenti prima degli altri e finiva dopo. Ha sempre avuto una grande determinazione e ha dimostrato di essere un giocatore che vuole arrivare e che non si accontenta mai. Ho fatto con lui quello che potevo, l'ho consigliato, ho cercato di farlo rimanere cauto anche davanti alle critiche che gli sono arrivate. Sotto il profilo tecnico mi sono concentrato sul farlo migliorare nella protezione della palla, nel tenerla lontana dagli avversari, cosa che prima non faceva bene. E' un giocatore moderno, attacca la profondità, ha una grandissima fisicità, si parla di un Duemila con delle grandi potenzialità. E' un attaccante vero, come pochi ce ne sono in Europa".


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