Venuti, il vero jolly di Prandelli. Tutto il sacrificio e la dedizione di chi sa bene cosa significa vestire la maglia viola
Il tecnico della Fiorentina Cesare Prandelli alcuni giorni fa lo aveva indicato, elogiandolo molto, come il suo nuovo “Martin Jorgensen”.
Eppure Lorenzo Venuti, terzino destro a tutta fascia, ha dimostrato in alcune recenti gare un sacrificio e un’attenzione tattica importante. Per il tecnico viola l’ex Primavera viola rappresenta un vero e proprio Jolly da poter utilizzare su quella corsia in difesa o a centrocampo per dare velocità alla manovra o offrire una copertura maggiore. Cresciuto con la maglia gigliata addosso, Venuti ha infatti acquisito un senso di responsabilità significativo pur non essendo titolare fisso ma rispondendo presente quasi sempre quando chiamato in causa. Non a caso nei giorni scorsi si è parlato di lui come rinforzo a gennaio per altre squadre più o meno blasonate, dalla Roma al Brescia in Serie B. Non c’è nessun dettaglio che faccia presagire una possibile partenza del laterale viola, questo per i motivi appena descritti.
Prandelli ha avuto fin da subito bisogno di rapportarsi con elementi che conoscessero bene l’importanza di quella maglia e il calore dell’ambiente.
Ma soprattutto ha chiesto fin da subito impegno e dedizione, e se c’è qualcuno che ha fin da subito risposto presente a questo appello prima di altri leader dello spogliatoio questo è stato esattamente Venuti. La concorrenza a destra rimane numerosa, ma è anche per questo motivo che lui sa bene di potersi giocare le sue carte. Non c’è un titolare vero su quella corsia. Il tecnico viola cambia spesso interpreti a seconda delle partite e tutti devono farsi trovare pronti, Venuti compreso.
Ed ecco che il terzino originario del Valdarno è chiamato a compiere nelle prossime gare uno step ulteriore per poter essere paragonato di nuovo a quel Martin Jorgensen che tanto ha dato alla Fiorentina di un po’ di anni fa. In questo senso, se lui saprà essere decisivo anche in zona gol con la sua progressione e con giocate più decisive, il paragone con l’ex stellina danese sarà più legittimato che mai.
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