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Alla soglia dei 70 anni, Giancarlo Antognoni non ha ancora voglia di "andare in pensione", lo dice lo stesso Unico Dieci al Corriere dello Sport:

"Sono fermo da oltre due anni e mezzo, sto bene anche così però mi piacerebbe fare qualcosa. Vediamo, mai dire mai… Vorrei restare nel calcio, magari nel giro della Nazionale, come avevo già chiesto. Anche nelle rappresentative giovanili. Ho parlato con Gravina, un po’ con tutti, però al momento siamo fermi. Anche se oggi questo ambiente non mi fa impazzire come prima. E’ cambiato in modo repentino, sono cambiati i meccanismi, le società e i giocatori inseguono il business. Non ci sono più i presidenti di una volta, fra questi ci sono pochi italiani e sono apparsi i fondi. Uno abituato a lavorare in un certo modo si trova in difficoltà.

La Fiorentina? C’è stato il distacco, è difficile. Non impossibile ma difficile. Ho fatto anche una scelta, perché non mi andavano bene le situazioni che si erano create. Non ho accettato quello che mi volevano dare. Poteva anche essere una cosa buona, ma in quel momento non me la sono sentita. Però sono rimasto nell’ambiente: vedo partite, mi documento. Insomma, non faccio il pensionato...

I miei presidenti? Di solito si ricorda sempre chi ha avuto più fiducia in te. Ugolini mi portò a Firenze pagandomi molto. Però tutti mi hanno voluto bene, per questo sono rimasto così tanto alla Fiorentina. Con i Pontello ho vissuto la parte migliore della mia carriera calcistica, con Cecchi Gori sono stato dieci anni dirigente".

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