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TERRACCIANO, 8: dopo un minuto fa tutto lui, prima commettendo rigore con una dormita e poi ipnotizzando Djuric dal dischetto e pure Suslov sulla ribattuta. Strepitosa la parata su Ngonge con cui salva la Fiorentina in un momento di totale panico, si ripete su Djuric e ancora Ngonge a cavallo della mezz’ora. Nella ripresa altra smanacciata importante su Hien. I tre punti sono suoi. 

KAYODE, 5: pochissimi spunti a fronte di parecchie difficoltà in fase difensiva, con il Verona che dalle sue parti sfonda spesso nel primo tempo. 

MARTINEZ QUARTA, 5.5: stranamente impreciso in impostazione, mentre dentro l’area gira un po’ a vuoto facendo fatica a seguire gli inserimenti degli avversari. Il corner regalato nella ripresa è l’emblema della partita sua ma un po’ di tutta la Fiorentina. 71’ MILENKOVIC, 6: entra quando il Verona ha esaurito le energie per spingere, ma svolge il suo compito con sicurezza.

RANIERI, 6.5: si erge a leader per strigliare i compagni in difficoltà. Su Djuric si dimostra attento, soprattutto nella ripresa quando di fatto lo anticipa sempre. 

BIRAGHI, 5: costantemente ubriacato da Ngonge, finisce ammonito per un fallo di reazione dopo che Folorunsho lo aveva mandato al bar. Nella ripresa soffre meno semplicemente perché il Verona smette di attaccare da quella parte, non che ne approfitti per fare qualcosa in più sul fronte offensivo. 

MAXIME LOPEZ, 5.5: perlomeno quando riceve palla prova a girarsi verso l’area avversaria, ma lo fa senza mai trovare una giocata decisiva. Al trotto nel deserto, fuori all’intervallo. 45’ ARTHUR, 6.5: con lui la squadra gira di più, e non lo scopriamo certo oggi. Procura l’ammonizione di Dawidowicz e crea quella superiorità numerica che permette alla Fiorentina di guadagnare metri e fiducia. 

MANDRAGORA, 5.5: impalpabile fino al 73’, quando si inventa un’acrobazia impegnando severamente Montipò. Chiaramente troppo poco per guadagnarsi la sufficienza. 84' MINA, senza voto ma nel finale fanno comodo anche i suoi centimetri. 

IKONE’, 4: in avvio di ripresa a un certo punto prende palla e si invola verso la porta di Terracciano. Pigro nei passaggi, impreciso nei controlli, semplicemente impresentabile in una squadra che vuole qualificarsi in Europa League. 

BELTRAN, 6.5: schierato al posto di Bonaventura, dovrebbe agire tra le linee e inserirsi negli spazi creati da Nzola. Tenta di smistare qualche pallone, ma di fatto non si vede quasi mai e le cose non migliorano nella ripresa quando gioca da prima punta. Alla fine, però, trova la zampata da tre punti ed è l'unica cosa che conta. 

SOTTIL, 5.5: dei giocatori offensivi è sicuramente quello che mostra un po’ più di brio, alternando la fuga sulla fascia alla giocata verso il centro del campo. Purtroppo però non incide, e dopo un dolorino muscolare Italiano lo lascia negli spogliatoi. 45’ KOUAME, 6: con la sua solita confusione tenta di sfondare e perlomeno impegna la difesa del Verona. Con una spizzata di testa dà il via alla rocambolesca azione del gol. 

NZOLA, 5: segnerebbe il gol del vantaggio, ma si aiuta con un braccio. Sportellate in area dalle quali non esce mai vincitore, e non si dica che i compagni oggi non l’hanno cercato. 45’ BARAK, 5.5: si ritrova subito un paio di palloni buoni nei pressi o all’interno dell’area, ma incespica senza riuscire a calciare. Tanta buona volontà ma purtroppo siamo ancora lontani dalla sua miglior versione. 

ITALIANO, 6: propone Beltran e Nzola insieme e per il resto mette dentro tutto quello che può mettere, perché di alternative in panchina ne erano rimaste davvero poche. Prova invano a strigliare la sua squadra, completamente sconnessa nel primo tempo, e alla fine può festeggiare con tanti ringraziamenti a Terracciano e Beltran. Concedeteci una battuta, ma chiedere calma al pubblico pagante risulta difficile di fronte a uno spettacolo indecoroso come quello del primo tempo.


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