Marin Pongracic con la maglia viola. Credits: ACF Fiorentina
Marin Pongracic con la maglia viola. Credits: ACF Fiorentina

E dire che Daniele Pradè, non più di 72 ore fa, ci ha detto che ogni scelta di mercato era stata condivisa con Palladino: è un po' un luogo comune del calcese, che con Marin Pongracic trova una sua confutazione. Il croato era stato svestito della maglia del Rennes, pur di trovare in tempo reale un'alternativa a Milenkovic: provenienza geografica simile, stesso prezzo, evidentemente non le stesse caratteristiche però.

Il croato fin qui si è visto da titolare all'esordio, disastroso, a Parma e nelle due gare, altrettanto perplimenti, con la Puskas Akademy. Poi panchina, un po' a tutti: da Comuzzo fino all'adattato Biraghi. E ieri rieccolo a Bergamo, per uno spezzone finale. Che Palladino volesse impostare la difesa a tre lo sapevano anche i muri, eppure dopo aver speso 16 milioni ci si è accorti che no, Pongracic la difesa a tre non la sa proprio fare e deve impararla (l'ha detto lui stesso). Alla faccia della condivisione e della strategia sul mercato.

E quindi che fare ora? Perché la Fiorentina non può certo permettersi una riserva da 16 milioni, in un reparto poi dove si passa da un dramma a un altro e difendere pare veramente l'ultima preoccupazione di chiunque. C'è chi invoca lo schieramento a quattro, che vorrebbe dire rimangiarsi tutta un'estate di (presunta) programmazione in appena un mese. Di certo continuando su questa strada, la squadra di Palladino rischia di battere ogni record negativo in termini difensivi. 


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