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Ha giocato un anno con la Fiorentina il terzino Alessandro Potenza, ed è stato compagno di squadra del neo tecnico viola Raffaele Palladino. L'ex difensore ha parlato a Radio Bruno commentando il finale di stagione della Fiorentina e proiettandosi poi a varie tematiche dell'attualità a tinte viola.

‘Palladino scelta coraggiosa, ha la ‘garra’ per allenare a Firenze'

“La sconfitta in finale di Conference è stata molto difficile da accettare, a maggior ragione anche perchè sono personalmente molto legato alla Fiorentina. Nel giorno della finale sono andato in un 'Viola Club' a Roma per guardare la partita. Mi piace guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, oggi la Fiorentina ha un nome in Europa. Palladino ha la giusta 'garra' per allenare in una piazza come quella di Firenze, è una scelta importante e coraggiosa ed i 2 anni col Monza sono la dimostrazione del suo carattere. Certo, Sarri avrebbe portato la Fiorentina ad essere subito importante, soprattutto sul mercato, Palladino però è una scelta coerente con le scelte e le politiche della società e quella viola è una piazza con i conti e gli equilibri finanziari a posto. Sono d'accordo con Commisso sul fatto che le politiche finanziarie della Serie A hanno molte lacune e c'è tanto da migliorare in quell'ambito”.

‘Retegui lo vedrei bene in viola ma ciò che fa la differenza è l’identità di gioco'

“Come progredire dal post-Italiano? Non saprei dargli una vera e propria identità. Ha alternato grade calcio a momenti di forte flessione, ma va ringraziato per gli anni a Firenze. La sfortuna si è fatta sentire, ma la fortuna devi anche cercartela. La Serie A oggi è più fisica che qualitativa e il 3-4-2-1 permetterebbe agli attuali terzini della Fiorentina di alzare il livello, perchè avrebbero in consegna minori attenzioni difensive e più libertà offensiva. Gli esterni da attacco, oggi non ci sono ruoli predefiniti. Vedrei bene Retegui alla Fiorentina ma ciò che conta soprattutto è l'identità che il tecnico vuole dare alla squadra. Basta considerare il rendimento di Vlahovic a Firenze rispetto a quello di oggi a Torino”.

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