Bove: "Sono tornato subito con la squadra, ma non è sempre facile. A volte non riesco a dare senso alla giornata. Di quel diciassettesimo minuto ricordo pochissimo, in ambulanza..."
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Il calciatore della Fiorentina Edoardo Bove, nella sua intervista rilasciata a Vanity Fair, ha raccontato alcuni aspetti della sua vita inevitabilmente cambiati dopo i fatti del 1° dicembre: “Sono tornato immediatamente con la squadra. Quindi è passata l'idea che sono uno sempre sorridente e positivo. E invece? Mica è sempre così, ci sono alti e bassi. A volte mi sveglio e non so dare un senso alla giornata”.
“In ambulanza urlavo fortissimo ‘Fiorentina’. Me l'hanno raccontato, io non ricordo”
I ricordi più intensi di quel diciassettesimo minuto? “Pochissimi. Ho avuto forti giramenti di testa, come la sensazione di essersi alzati troppo velocemente dal letto. Non ricordo la caduta, mi sono svegliato in ospedale toccandomi la gamba… Pensavo fosse un infortunio al ginocchio. Io all'inizio neanche mi rendevo conto della gravità della situazione, pensavo solo di essere svenuto. Perdita di coscienza? Ecco lì non ricordo nulla. Mi hanno raccontato che in ambulanza ho fatto un po' di casino, urlavo cose a caso. So che mi hanno dovuto legare, ho gridato ‘Fiorentina’ fortissimo”.
“Non ci sarà mai una risposta a qualche mia domanda”
E sulla sua reazione: “Mi avevano prospettato una situazione peggiore di quella che effettivamente è stata. Lì per lì ero solo contento di essere vivo. ‘Perché proprio a me’, me lo sono chiesto? Certo, e soprattutto perché nel momento migliore della mia carriera… Ma a queste domande non ci sarà mai una risposta”.