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Un mese e mezzo, un calendario complicato. Prima c'è la sfida contro l’Atalanta, poi si giocherà ogni tre giorni.


Chi scrive, dopo qualche segnale positivo contro il Milan, ha visto davvero poco o niente contro il Genoa, ma ormai è acqua passata. E allora prendiamoci quegli ultimi minuti, quel Milenkovic che la sbatte dentro al novantasettesimo, quella reazione tardiva che però finalmente c’è stata. Proprio nel momento dove, un po’ tutti, si sono forse resi conto di aver toccato il fondo. Difficilmente ricordiamo, nella storia recente della Fiorentina, sette-otto partite così vuote. Con la sensazione, inequivocabile, che i problemi siano tanti, molteplici, forse troppi.


Però, appunto, parliamo delle speranze. Parliamo di Prandelli, uno che ci crede. Parliamo di Milenkovic, che nonostante il quasi certo addio a giugno, è da esempio per tutti. Parliamo dell’esultanza da scudetto, per un pareggio che dal punto di vista della classifica vale poco. Ma conta anche il resto, anzi soprattutto il resto in questo momento. Come la tenuta psicologica di una squadra, in preda a mille frustrazioni. Dove i big, proprio i big, stanno mancando. Opinione personale: Ribery e Callejon tornino titolari solo quando saranno in forma. Altrimenti, forse, è meglio utilizzarli a partita in corso, quando gli avversari sono più stanchi. Bonaventura, invece, ci può stare. Magari dietro a due punte: Vlahovic e Kouame assieme, ad esempio. Ipotesi, possibilità. Ma è giusto aggiungere che fino ad oggi, chiunque ha giocato, è sembrato arreso, svuotato. Speriamo appunto che il tempo cambi. Che la squadra cambi.


A gennaio, ormai sembra certo, arriverà un centravanti. Un attaccante forte, che non sarà Piatek, uno che, a dispetto delle tante voci che circolano su vari media, non sembra rientrare nei piani della società. Ma gennaio, appunto, è lontanissimo. Meglio pensare al presente, meglio cominciare a ragionare da provinciale, meglio andare a Bergamo provando a strappare un risultato positivo e se necessario anche facendo le barricate. Non sarà facile, ma oggi questa Fiorentina non può puntare a molto di più.


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