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Sarri Maurizio, Maurizio Sarri. Il nome che metterebbe d’accordo tutti, forse l’unico, sull’allenatore della Fiorentina, ma anche sul progetto firmato Commisso. E allora torniamo a commentare le tante voci che anche in questi giorni arrivano, soprattutto da Napoli: niente ritorno ai piedi del Vesuvio per lui, andrà a Firenze. Voci, appunto, che non trovano conferme piene. Ma voci forti, da persone attendibili per chi vi scrive.


I dirigenti viola incontrarono Sarri lo scorso ottobre, quando si decise di mandare via Iachini. Una bella chiacchierata e una frase che interruppe tutto, con il sorriso: “Non salgo in corsa”. Stop. Ma anche un'apertura a possibilità future. Al prossimo giugno insomma. Da quel giorno nessuna trattativa, nessun nuovo incontro, nessuna cena. Che forse ci sarà a breve.


Ma la vera domanda è: cosa chiederebbe Sarri ai viola? Beh, al di là di un super contratto (se prendi un allenatore top anche l’ingaggio deve essere top), un progetto triennale ambizioso, una squadra giovane e forte. Non per forza una rivoluzione, non per forza un bagno di sangue economico. Ma la giusta dimensione, finanziaria, per costruire in pochi anni una squadra da Champions League. Ha voglia Sarri di tornare in sella. E non ha dimenticato quel mantra, “prima di smettere vorrei allenare la Fiorentina”, ripetuto sempre alle persone conosciute. Se il momento è oggi non possiamo saperlo. Se Commisso è pronto per quello che sarebbe un salto importante nemmeno. Possiamo solo sperarlo.


Che la Fiorentina abbia provato a convincere Sarri lo scorso autunno, possiamo invece darlo per assodato. Possiamo infine dire una cosa: tutto è ancora aperto. Tocca ai viola decidere, progettare, muoversi. E non dipende da chi sarà il futuro direttore sportivo. Non lo porterà Sarri e non è argomento del contendere. Al momento l’allenatore lo sceglierà sicuramente Barone. L’uomo a cui Commisso ha affidato, fin dal primo giorno, la costruzione della nuova Fiorentina.


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