Un ‘Franchi’ pieno per una partita tutt’altro che anonima: perché fare risultato con il Milan può servire anche per l’Europa
Primo sold-out (o quasi) stagionale, partita notoriamente di cartello ma che quest’anno potrebbe avere poco da dire. Fiorentina-Milan si appresta ad essere una sfida particolare, fra una squadra che non ha più niente da chiedere al campionato – se non “raggiungere la salvezza” – e un’altra che dovrà probabilmente rincorrere la Champions fino all’ultimo. Ma l’atmosfera del ‘Franchi’ può sparigliare le carte.
Da quando Vincenzo Italiano siede sulla panchina viola, infatti, i big match casalinghi sono stati raramente sbagliati. Almeno per quanto concerne l’approccio iniziale. È lecito quindi immaginarsi una Fiorentina che partirà alla riscossa, seguendo quel copione che la contraddistingue quando percepisce che l’avversario di fronte possiede un certo blasone.
Fare punti contro il Milan, allora, non servirà soltanto per accumulare punti sulla terzultima piazza, ma anche – e soprattutto – per arrivare ‘gasati’ alla sfida con il Sivasspor. Perché se la stagione dei Viola è stata sin qui ampiamente insufficiente in campionato, lo stesso non si può dire per le Coppe, dove la squadra di Italiano ha ben due chance di arrivare in fondo. E allora che i 36mila dell’Artemio spingano al massimo la formazione di casa (non che ci sia mai stato bisogno di chiederlo), perché fare uno sgambetto a Pioli, oltre che per la classifica, darebbe uno slancio non da poco per arrivare carichi, “a pallettoni”, per la sfida di Conference.