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Nel suo pezzo per la rubrica Rock & Gol su La Nazione, Benedetto Ferrara si proietta già sulla sfida di ritorno di Conference:

"Cosa accade nello spogliatoio tra un tempo e l’altro nessuno lo sa, al di fuori dei giocatori e dello staff tecnico. Uno si immagina bei monologhi alla Al Pacino di “Ogni maledetta domenica”, oppure discussioni tecnico tattiche di alto livello. Auto motivazioni, rimproveri o ricariche psicoterapeutiche. Boh. Qualsiasi cosa accada non funziona. D’altra parte l’empatia tra Al Palladino e la squadra non è proprio il massimo della vita. Non ce ne voglia, è giovane e si farà, ma se lui dice «Voglio un approccio violento alla partita» e dopo un soffio bum bum sei già sotto di due gol c’è qualcosa che non va. Poi Beltran che a giochi fatti ammette che la squadra è entrata in campo addormentata lascia pensare che il metodo motivazionale consista in una app intitolata relax yourself con musica tibetana in loop. Tutto molto bello, ma poco utile alla causa. 

Intanto pensiamo a salvare il soldato Terracciano. Prendersela con lui non ha molto senso. Non la fa San Pietro la formazione. Che il portiere di riserva abbia molte colpe per il risultato è abbastanza evidente che non vale la pena ricordarlo. Però, fateci caso, quando lui non trattiene colpevolmente quel pallone che porta i greci al raddoppio nessuno dei suoi compagni si muove verso di lui come insegnano alla scuola calcio. Ah già, erano addormentati. Tutti, Terracciano compreso, ovvio.

Tutti dicono: certi errori non vanno fatti, dobbiamo lavorare per migliorare. Beh, che dire: siamo a marzo. E così Al Palladino può portarci ancora in Europa League e vincere questa benedetta Sufference League (Cit.). Il tutto con De Gea in porta, però". 

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Alla fine Raffaele Palladino si è trovato nella peggior condizione possibile: quella di doversi giocare tutto nella set...

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