"Lo chiamavano il Biraghi 2", quella grande capacità di crossare che mal si coniuga con la velocità di ripiegamento. E così Faraoni paga a caro prezzo la fatalità su Cancellieri
Ce lo avrete sicuramente ancora tutti negli occhi l'errore di Marco Davide Faraoni domenica scorsa a Empoli, quando ha cercato di fermare la corsa di Cancellieri. Il contropiede, partito da un angolo a favore della Fiorentina, calciato male da Biraghi, che ha portato al rigore per i padroni di casa, egregiamente eseguito successivamente da Niang. In quell'occasione, oltre a Duncan, che non è andato subito a chiudere l'azione quando ancora stava nascendo, si è distinto negativamente l'ex capitano del Verona, arrivato a gennaio a Firenze per tappare la falla di Dodo. E, perché no, anche ad aiutare il 2004 Kayode a crescere.
Eppure era partito bene…
Faraoni, in realtà, aveva avuto un discreto esordio, andando “a segno”, ponendo sulla testa di Beltran il pallone del momentaneo 1-1 contro l'Udinese. E pure nelle gare subito successive, l'ex gialloblù aveva mostrato una buona resistenza. Il primo grande, evidente, problema si è palesato proprio a Empoli, ma già nelle partite precedenti, Italiano aveva riproposto più spesso Kayode (il quale, tuttavia, non era risultato sufficiente nel KO di Bologna).
Il Biraghi-due?
In generale, Faraoni, come caratteristiche tecniche, ma pure tattiche in qualche occasione, non si discosta troppo da Cristiano Biraghi, l'altro terzino ‘Senior’ di Italiano. Ottima dote nel cross, sia lungo che basso, buona propensione a salire la fascia, ma anche una costante difficoltà nel chiudere le diagonali. Ma non solo. Come è apparso evidente al Castellani, Faraoni è stato nettamente superato in veloce dal più giovane Cancellieri, che lo ha bruciato in maniera lampante. Insomma, un aspetto sul quale Italiano dovrà riflettere, partita per partita, a seconda dell'avversario che la squadra opposta schiererà dalla parte del duo Faraoni/Kayode, apparsi - entrambi - molto in difficoltà, come del resto tutta la Fiorentina ultimamente.