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Centrocampista classe 2002, cresciuto nelle giovanili di Bari e Roma, Vittorio Agostinelli è uno degli elementi più promettenti della Fiorentina Primavera. Fresco vincitore della Coppa Italia con la propria squadra, il giovane calciatore ha concesso un'intervista a Fiorentinanews.com, in cui si è soffermato su presente e futuro, toccando varie tematiche della propria avventura a tinte viola.

In molti per movenze e non solo ti hanno accostato a Nicolò Zaniolo. Quali sono i tuoi grandi modelli d’ispirazione?

L’accostamento con Zaniolo è iniziato con la Roma, quando incominciai a giocare da esterno. Questa somiglianza per movenze e caratteristiche di cui parlano mi piace molto, perché ritengo che Zaniolo sia uno dei giovani più interessanti del mondo calcistico con le sue grandi qualità. Il mio modello di ispirazione è Cristiano Ronaldo, per la sua immensa classe e professionalità, dedito al lavoro costante che lo ha portato fino ad oggi ad essere ancora, secondo me, il numero uno al mondo".

Il tuo arrivo in viola è avvenuto con Commisso già al timone della Fiorentina insediata. Che impressione ti ha fatto il presidente?

"La cosa che mi ha impressionato maggiormente è vedere un Presidente di una squadra di serie A importante come la Fiorentina relazionarsi con i ragazzi della Primavera facendoli sentire sempre al centro del progetto. Personalmente posso dire che il Presidente mi ha sempre supportato trasmettendomi forza e positività, stessa cosa con i compagni".

Il Centro Sportivo in costruzione è un segnale importante…ritieni ci sia la giusta attenzione al settore giovanile gigliato? Quali sono i motivi che ti hanno spinto a scegliere la Fiorentina, lasciando una società di alto profilo come la Roma con cui avevi fatto bene?

"Quando sono arrivato a Firenze venivo da un centro sportivo (quello di Trigoria) ben organizzato e già si parlava del futuro centro sportivo di Firenze tra i più innovativi d’Europa; questo è stato anche per me motivo di riflessione sul trasferimento perché voleva dire investire sui giovani come fanno le grandi società.

Sicuramente sì, ritengo che ci sia la giusta attenzione. Penso nulla sia trascurato dalla società qui a Firenze, tantomeno il settore giovanile, a cui tutti gli addetti ai lavori rivolgono la massima attenzione.

Con la Roma è stata una bellissima esperienza e ho vissuto un anno fantastico, arrivando in finale contro l’Inter, segnando 12 reti. Purtroppo l’anno dopo ci sono stati dei cambiamenti dirigenziali che hanno portato ad una programmazione differente rispetto agli accordi iniziali. La società voleva obbligarmi al rinnovo triennale del contratto quando io invece ne facevo una semplice questione di programmazione, da qui la mia decisione di lasciare Roma. Tra le tante proposte avute ho ritenuto che la Fiorentina avesse una progettualità migliore delle altre società".

Quali obiettivi ti sei posto con la maglia viola?

"In primis di crescere al meglio con la maglia viola e di ripagare la fiducia che la società ha riposto in me sin dall’inizio del mio arrivo, con l’esordio in prima squadra, magari segnando un bel goal sotto la Fiesole e rimanere il più possibile con i colori di questa bellissima città".

In passato hai ricoperto la posizione di attaccante, alla Fiorentina agisci invece da mezzala offensiva o trequartista. Come ti trovi nella mediana viola e qual è la posizione che prediligi ricoprire in campo considerate le tue caratteristiche?

"Personalmente cerco di adattarmi ai diversi ruoli che il mister mi chiede di ricoprire ; alla Roma ho fatto il falso nueve; qui a Firenze ho giocato sia da mezzala che da esterno. Per le mie caratteristiche, non credo di avere difficoltà a ricoprire qualsiasi ruolo dal centrocampo in su".

Questa stagione è invece iniziata con qualche sconfitta di troppo, mentre ora la squadra si sta riprendendo. Quali cause individui per spiegare questa partenza a rilento e le difficoltà avute?

"Inizialmente abbiamo avuto qualche difficoltà a capire quello che voleva il mister, anche se fin dalle prime partite abbiamo sempre provato ad imporre il nostro gioco a volte a discapito del risultato. Oggi iniziamo a vedere i frutti del lavoro certosino fatto dai nostri allenatori e da uno staff di primo livello".

Mister Aquilani è un allenatore molto fresco e portatore di idee innovative. Quanto è importante per la tua crescita e quali sono i suoi concetti fondamentali in campo? Quanto sarà essenziale per la tua carriera gestire l’esuberanza e il carattere?

"Non so dove arriverò calcisticamente ma posso dire che mister Aquilani è un allenatore importante per la mia crescita professionale, sia dentro che fuori dal campo. Ho avuto molti allenatori ma il mister è uno dei pochi che si pone come obiettivo la crescita individuale di ogni ragazzo che poi deve essere al servizio della squadra. Non credo di essere esuberante ma ambizioso, quando sono in campo cerco di dare il massimo delle mie potenzialità".

Raccontaci le emozioni che hai vissuto in campo e fuori durante la finale di Coppa Italia. Cosa vi ha detto Commisso dopo la vittoria?

"Abbiamo vissuto tutti delle forti emozioni condividendole insieme come un grande gruppo. Commisso ha gioito con tutti noi, è un grande Presidente che ci segue molto ed è il nostro primo tifoso; si è congratulato con tutti per il traguardo raggiunto, era felicissimo".

(Hanno collaborato Filippo Razzolini e Duccio Zambelli).


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