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Emozioni. Sparse, ovunque. Che ti fanno tremare dalla gioia e dalla paura. Sensazioni, che si possono assaporare solo se ci si lascia andare verso ciò che si ama. Diciamocelo, lo stomaco dei tifosi viola in queste ore che ci avvicinano alla finale di Roma è letteralmente un casino. Perché mentre la testa è zeppa di pensieri, di se e di ma, di ipotesi e di speranze, la panza è l’unica vera guida alla partita che la Fiorentina aspetta da anni. E, per una volta, lasciamo in pace squadra e allenatore. Tutti. Questa volta, parliamo fra noi, tifosi veri. Per chi andrà nella Capitale e per chi la seguirà dal divano, alle Cascine o all’Anconella. A voi la scelta, l’importante è esserci con il cuore. E sostenerLa.

Perché quella che ci aspetta non è una partita di calcio, è un’esperienza di vita. Una di quelle che, nel bene e nel male, racconteremo con voce tremante ai nostri cari. Il pallone ci ha regalato tante emozioni nel corso delle nostre esistenze, ma è stata la squadra di Viola vestita che ci ha fatto innamorare del calcio. Di 11 chiunque (‘solo per la maglia’) che sbraitano dietro a una sfera colorata che rotola su prato verde, vero o finto che sia. Di reti gonfiate che ci cambiano le giornate come se fossimo noi quelli a sudare per la loro contesa. Di gol sui quali non vediamo l’ora di urlare anche mercoledì sera.

Mentre la banda di Italiano dovrà cercare di scendere in campo con i nervi saldi e la mente sgombra, la ricetta per i suoi sostenitori dovrebbe essere completamente diversa. ‘Ma quale emozione!?’ gridava il tecnico oggi campione d’Italia in una nota intervista in terra russa. ‘Ma quali ragionamenti!’ verrebbe da dire a chi proverà a dare un senso alla preparazione del match dell’Olimpico. Perché tanto il nostro beneamato (da chi più, da chi meno) allenatore, la gara la sta preparando già dall’approdo della Cremonese in semifinale.

Allora, ecco, infine, l’unico consiglio che ci si sente di dare per chi deciderà di scendere in campo (metaforicamente, ma con tutto lo spirito) nella battaglia della Coppa. Per 90 minuti (più supplementari, più rigori ecc) pensate solo a tifarLa. I commenti, e soprattutto le critiche, sulle scelte sbagliate avranno il loro tempo, anche se ovviamente si spera di no. Anziché un “Italiano talebano”, scriveteci un bel “Forza Viola” (y nada más, aggiungerebbero dalle parti della Madrid che trionfa in ogni finale). Vivitela di pancia e non di testa, per una volta. Compiete, e compiamo tutti, lo sforzo di non lamentarci del fatto che Terzic sarebbe più adatto di Biraghi a ripiegare. Anche perché, se davvero succedesse, sarebbe proprio il tanto bistrattato numero 3 a farci provare l’emozione – calcistica, e non – più forte degli ultimi vent’anni. (Prosegue...)

Quante parole, probabilmente pure sprecate, per dire una cosa sola. ‘Nell’ora di sconforto e di vittoria...’.

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