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Dell'Olio Fiorentina

Rammaricarsi per un pareggio a San Siro è segno buono. E poi ci sono pareggi e pareggi. Questo per la Fiorentina è arrivato giocando, divertendo, combattendo. Certo, non può non esserci amaro in bocca quando dopo dieci minuti sei in vantaggio per 2 a 0, o quando Kean ha due palle ottime per chiudere i giochi ma non ce la fa superare Maignan. Però capita. 

Una squadra che ci crede fortemente

Ma da questa partita ci teniamo il punto, ci teniamo una squadra che ci crede fortemente, ci teniamo la forza e la tenacia del gruppo: sette punti contro Juventus, Atalanta e Milan sono tanta roba. C'è la possibilità di sognare in questo finale di campionato, però ci sono punti da fare, intanto battendo il Parma e pensando anche a quella Conference League che la Fiorentina proverà a vincere. Nessuno fa paura in questo momento, nemmeno il Chelsea. Anzi, a dirla tutta sarebbe una finale bellissima contro i Blues, perfetta da vivere. 

Palladino e Commisso

Ma il cammino è ancora lungo e allora una partita alla volta. Cominciando a disegnare il futuro perché crescono le probabilità di un Palladino ancora a Firenze, per espressa volontà di Commisso, rimasto entusiasta a San Siro di quello che ha visto. E come non potrebbe esserlo. Le sue parole manifestano la volontà, finalmente, di alzare l’asticella. E chissà che quel momento non sia davvero arrivato. Lo capiremo presto, dal prossimo mercato, da chi rimarrà, da chi arriverà. Certo tanto dipenderà dalla posizione di classifica, dalle competizioni che giocheranno i viola il prossimo anno. Proprio per questo, il finale, avrà un valore doppio. 

La Fiorentina del futuro

Lo ripetiamo ancora una volta, la Fiorentina del futuro dovrà ripartire da De Gea, Fagioli, Gudmundsson, Kean, Dodo, Gosens. Almeno da questi sei, l’asse centrale di tutta la squadra più due elementi di fascia. Tenerne più possibili, formare un gruppo e uno spogliatoio come nei cicli vincenti. Generare miglioramenti, aggiungendo ogni volta un pezzo fino ad arrivare ad essere davvero forti e competitivi. Ecco, oggi la Fiorentina è competitiva, come non lo era mai stata negli ultimi sette anni. Merito di tutti, ma anche dell’allenatore. Palladino non sta facendo rimpiangere Italiano, il momento è ora. 

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