Così è se mi pare – Noi viola all’inferno siamo di casa
Lettera aperta all’allenatore del Twente. Caro Ron Jans, sai cosa fu scritto sul cavalcavia della Fi-Pi-Li dai tifosi del Pisa quando, dopo il fallimento della società, la Florentia Viola (neanche il nome potevamo usare) ripartì dalla C2? “Benvenuti all’inferno”. Era rivolto ai tanti tifosi della Fiorentina che passavano lì sotto per andare al mare sulla costa.
Chi è di Firenze all’inferno è abituato, a cominciare proprio da quello di Dante che, nella sua Commedia, di concittadini ne colloca parecchi nei gironi di Lucifero. Che paura vuoi che incuta l’annuncio che allo stadio di Enschede ci sarà l’inferno? La società fallita, la Fiorentina cancellata dal mondo del calcio nel 2001: puoi immaginare una pena più pesante per i cuori viola? Ma poi la squadra è rinata e, spinta da migliaia e migliaia di tifosi, anche se giocava in C2, è risalita fino alla Serie A, all’Europa League, alla Champions.
Chi, con sarcasmo al vetriolo, ci aveva accolti all’inferno è ancora lì che rosola e rosica. La bolgia dantesca? Un luna park. I gironi infernali? Una passeggiata di salute per chi ha dovuto esultare al grido “Meglio secondi che ladri”. Capisco che tutto ciò ti sia sconosciuto ma, dammi retta, scherza coi santi ma lascia stare i fanti (viola). Perché, alla fine, saremo noi che usciremo a riveder le stelle (per ora quelle della Conference).