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Gosens Fiorentina
Robin Gosens. Foto: Fiorentinanews.com

Nell'ultima parte della toccante intervista a Cronache di Spogliatoio, l'esterno della Fiorentina Robin Gosens ha rivelato che ormai da tanti anni svolge regolarmente delle sedute con una psicologa: “Mi ha aiutato tanto. Lei mi dà uno spazio per raccontare le mie sensazioni, anche se parli con la tua famiglia è sempre diverso, non sono mai obiettivi. Di conseguenza avevo bisogno di una persona che non mi giudica, che mi ascolta, e a volte parlo per un’ora, lei non dice niente, poi esco e mi sento meglio. Mi ha dato quello spazio di cui avevo bisogno per liberare la mente. Abbiamo fatto alcune esercitazioni: abbiamo lavorato tanto sulla negatività che avevo dentro di me, soprattutto in passato vedevo le cose in modo negativo. Chiedo tutti i giorni il massimo da me stesso, se avevo la sensazione di non aver dato il massimo andavo a casa arrabbiato, e anche mia moglie ne ha sofferto. La psicologa mi ha aiutato a cambiare quella negatività in energia positiva. Questo cambiamento mi ha aiutato a staccare, ho imparato a dire ‘Non è stata una giornata come avresti voluto, ma va bene lo stesso. Impegnati domani per renderla come vuoi’. Adesso la sento a distanza, credo che una terapia face to face funzioni di più, ma questo spazio per me è importante anche se lo prendo su Zoom”.

“Scrivere un libro durante la pandemia mi è servito tantissimo”

Gosens ha poi raccontato l'esperienza della scrittura del suo libro, uscito in Germania: “Eravamo in pandemia, un periodo bruttissimo. È stato un momento in cui ho pensato tanto, mettevo nero su bianco i miei pensieri, in un documento sul computer. Ne parlavo tanto con mia moglie, e lei mi ha detto: ‘Robin, se tu hai la sensazione che hai qualcosa da raccontare, continua a farlo’. Ci ho pensato tanto in quel periodo, c’erano tanti ragazzi che mi scrivevano: ‘La tua storia è di ispirazione, a 20 anni eri ancora lontano dai professionisti e poi ce l’hai fatta’. Quindi ho pensato che sarebbe stato interessante, è piaciuto tanto a mia moglie innanzitutto, che è il giudice più importante, oltre al primo. E quindi ne è nato un progetto di cui sono orgoglioso. Se ci penso mi viene da ridere: il Vitesse mi ha preso dopo avermi visionato in una partita in cui praticamente ero ancora ubriaco dalla sera prima! Serve anche essere nel momento giusto, nel posto giusto. E fare i passi giusti”.

“Sui social tutti si sentono liberi di scrivere quello che vogliono, ma un messaggio può fare molto male”

Per concludere, Gosens ha lanciato un messaggio molto importante ai giovani che vivono a stretto contatto con i social: “Ricordatevi che dietro a un profilo, c’è una persona. C’è sempre il modo di dire un concetto nel modo giusto. Siamo calciatori ed è giusto che qualcuno non sia d’accordo con la nostra prestazione. C’è sempre il modo per far accettare una critica, non c’è nessun problema in questo. A volte ho la sensazione che là fuori si dimentichi che c’è una persona che ci tiene dietro a quel profilo. Che legge i commenti e sta male. E non ho la sensazione che se ne rendono conto. O forse sì, ma dicono che va bene lo stesso. Ma non va bene lo stesso, perché forse sta soffrendo. Anche io ne ho sofferto, qualche anno fa ho scelto di non leggere più, neanche quando le cose vanno bene. Perché ho avuto problemi di up and down: se facevo bene, ero importante; se facevo male, ero scarso. Ho preso la decisione di non leggere più niente per essere equilibrato con me stesso. Tutti devono scriverci quello che hanno in mente: ma se non sono contenti, devono avere il modo giusto per dirlo”.

Gosens: "Siamo calciatori, ma anche esseri umani. Guadagniamo tanto e questo è un privilegio, ma la salute e la felicità non si possono comprare"
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