COSI' DIVERSI, MA INCREDIBILMENTE SIMILI: QUANDO LA NUOVA TECNOLOGIA SPOSTA GLI EQUILIBRI SULLA LINEA TEMPORALE
Sembra incredibile, ma a cavallo tra la primavera e l'estate dell'ormai lontano 2010, WhatsApp esisteva già. L'applicazione di messaggistica instantanea per telefoni cellulari era già stata creata, ma i dispositivi di allora molto probabilmente in Italia non consentivano ancora l'utilizzo di questa rivoluzionaria diavoleria. Chissà se Prandelli, come Borja Valero si sarebbe affidato ad un messaggio vocale (così di moda ormai) per raccontare ad un amico, ad un familiare o ad un amico-tifoso la situazione che si sarebbe andata a creare. Le crepe tra il tecnico di Orzinuovi e la proprità viola in realtà, si erano già palesate mesi prima, quando Diego Della Valle tuonò con un pubblico appello: "Nell'uovo di Pasqua i tifosi si aspettano una letterina in cui Prandelli dica che non va alla Juve. Alla Fiorentina c'è l'abitudine di rispettare i contratti. Lui ne ha uno che scade a giugno 2011". Quel contratto non fu mai rispettato.
Così come Prandelli, anche Borja Valero aveva un contratto da rispettare e molto probabilmente, anche la ferma volontà di rimanere in riva all'Arno. Con precisione, questo non lo sapremo mai. Di entrambi. Ciò che sappiamo è che lo spagnolo e l'attuale tecnico del Genoa erano e restano due personaggi amati da Firenze e dalla torcida viola. Adottati e fatti diventare fiorentini sin dai primi mesi. Due personaggi (giusto per storpiare il famoso dramma di Luigi Pirandello) che un autore lo avevano trovato: Firenze. In tutto il suo splendore unico ed inimitabile, in tutta la sua arte e in tutta la sua bellezza.
"Non ho firmato ancora con nessuno - spiegava Borja Valero nell'ormai celebre messaggio vocale del luglio 2017 - e se non l'ho fatto è più per voi (riferito ai tifosi) che per la società, perché loro hanno dimostrato di non volermi bene come voi". Parole di amarezza e delusione che il tifo fiorentino non avrebbe mai voluto sentire da uno dei propri pupilli. Una marea viola si presentò sotto casa dello spagnolo, così come in molti giunsero al Franchi alla fine di maggio 2010 per salutare quello che sarebbe potuto diventare il Ferguson viola. Due fermoimmagini (o screenshot, giusto per tornare alla modernità) chiave: Prandelli affacciato da una delle finestre del Franchi, Borja Valero da una di quelle di casa sua. Firenze purtroppo, ci ha fatto l'abitudine.
Prandelli dopo quasi 9 anni, è tornato su quello che successe in quei giorni: "I dirigenti mi dissero che ero libero di trattare con chiunque. Poi una mattina apro un giornale e leggo un attacco feroce per questa cosa. Incredibile: mi avevano dato loro il via libera". Una storia leggermente diversa da quella del Todocampista tanto amato da Firenze, ma con punti decisamente simili. Se non altro per l'affetto che Firenze ha sempre riservato a questi due personaggi. Con un messaggio WhatsApp, a spostare gli equilibri sulla linea temporale...