E questo lo chiamate voler andare in Europa?
Contro la Juve doveva essere una passerella. Una di quelle uscite di fine stagione in cui entrambe le squadre hanno raggiunto i propri obiettivi e salutano il pubblico. Doveva essere, appunto. La Fiorentina ha deciso diversamente, gettando al vento l’ennesima chance per chiudere il discorso europeo. Stavolta in un modo ancor più inaspettato, vista la precedente prestazione con la Roma. Eppure i Viola ci sono ricascati. La banale -sulla carta- vittoria contro la Sampdoria si è tradotta sul campo in un sonoro 4-1, dove il gol dei ragazzi di Italiano, tra l’altro, è arrivato su regalo degli avversari. Certo, pure quelli in maglia rossa ne hanno regalati almeno tre, ma almeno i padroni di casa erano convinti quando salivano il campo. Dopo Salernitana e Udinese, è arrivata un’altra doccia fredda nel giro di nemmeno un mese. Una resa che sancisce niente dal punto di vista dei traguardi, ma tutto sul piano della mentalità. Siamo sicuri che questa Fiorentina si meriti l’Europa?
Negli ultimi tempi, anche dopo le batoste sopra ricordate, tutti, ma veramente tutti, dai giocatori, all’allenatore, ai dirigenti, hanno condiviso un obiettivo comune: “Vogliamo andare in Europa”. Sul rettangolo verde, però, è stato dimostrato tutt’altro. Specialmente in quest’ultima debacle. Una formazione che ha l’ambizione di tornare sui palcoscenici europei dopo 5 anni, non può permettersi di subire 12 gol da Torino, Udinese e Sampdoria. Ne va anche della credibilità davanti ai propri tifosi, sempre più dubbiosi sulle reali intenzioni della società. A parole è stata Europa per tutti, ma sul campo? Si dice che tre indizi facciano una prova. La prova è un “vorrei ma non posso”? Ho il miglior attaccante del campionato e lo vendo a metà stagione? Adesso non ci saranno più alternative: o si smentisce tutto -di nuovo- all’ultima partita oppure è obiettivo mancato. Missione fallita sì, perché dopo mesi e mesi a ripetersi che l’ambizione è l’Europa, non si può tornare indietro nei momenti decisivi.
Barone lo aveva ripetuto dopo l’Udinese, Biraghi dopo Salerno e Italiano prima della Sampdoria. Tutti la vogliono, ma nessuno se la sta veramente prendendo. Se anche arriverà, alla fine una grandissima parte del “merito” andrà alle dirette concorrenti, autolesionatesi, alla stregua dei Viola, nell’ultimo periodo. Questa squadra, questo gruppo, ha regalato delle grandi soddisfazioni in questa stagione. È innegabile e lo sarà anche dopo le 23 di sabato prossimo. Allora perché rovinare tutto contro squadre che non avevano più niente da chiedere? Se la Fiorentina non ci riuscirà, i tifosi avranno il diritto di sapere. Sapere perché una squadra che gioca al sangue con le grandi, fa certe figure contro Alex Ferrari & Co. Con la Juventus (nessuno lo avrebbe voluto, ma ehi, eccoci qua) ci sarà la resa dei conti, quella partita che dall’82 significa tutto per i fiorentini, e che stavolta deciderà pure il destino della squadra viola.