Un girone d’andata pronosticabile e un ritorno decisamente squilibrato: Fiorentina, qual è la tua via di mezzo?
La clamorosa e del tutto imprevista sconfitta contro la Sampdoria ha dovuto far nuovamente cambiare i piani alla Fiorentina. L’Europa che distava appena tre punti è rimasta alla stessa distanza, ma l’accesso andrà cercato all’ultimissima occasione. Mettendo da parte la sfida-chiave, vera partita della stagione viola, è già possibile fare un bilancio provvisorio del campionato che sta per concludersi. In particolare, è interessante un’analisi della -clamorosa- differenza tra il ruolino di marcia nel girone d’andata e quello nel ritorno. Ossia, come la formazione di Vincenzo Italiano abbia affermato tutto e il contrario di tutto, confermandosi e smentendosi più volte. Non per ultima, proprio la debacle di Genova.
Infatti, se nella prima tornata, i Viola vincevano a diritto contro le squadre che le stavano dietro in classifica, nel 2022 il discorso si è praticamente ribaltato. E la prima partita disputata nel nuovo anno fu subito la conferma di questa tesi (4-0 a Torino). D’altro canto, se nell’andata la Fiorentina giocava bene, ma perdeva quasi sempre con le grandi (Atalanta e Milan uniche due eccezioni), nel ritorno i punti conquistati con le big sono aumentati, a scapito -come purtroppo si è visto di recente- di quelli con le squadre già salve. Nella prima parte di campionato, la squadra sembrava fatta con lo stampino: 3 punti con chi era alla portata, 0 con chi era superiore. Appena due ‘X’ nelle prime 19 partite: Sassuolo e Verona, tra l’altro, a quattro giorni di distanza l’una dall’altra.
Poi o vittoria o sconfitta: non ci sono state grandi alternative. Una marcia del genere, per la matematica, avrebbe già fatto qualificare i gigliati in Europa. Un percorso però che è stato invertito bruscamente di tendenza. Se Venezia ed Empoli erano stati i soli due rallentamenti dell’andata, al ritorno la Fiorentina è caduta rispettivamente con: Torino, Sassuolo, Salernitana, Udinese e Sampdoria. Tutte formazioni con cui aveva vinto/fatto punti qualche mese prima. Perdendo inoltre punti preziosi con Cagliari e Verona.
L’inversione del trend positivo è stata lampante. Una squadra che all’inizio non faceva prigionieri contro formazioni abbordabili, ha sprecato l’impossibile con quelle stesse che aveva liquidato con sicurezza al primo incontro. D’altra parte, vanno menzionate le imprese con Napoli e Roma, non escludendo il pareggio con l’Inter, che hanno -ma solo parzialmente- ricucito lo strappo di risultati favorevoli. Una Fiorentina equilibrata e “prevedibile” all’andata si è trasformata in una squadra squilibrata e impronosticabile, sicuramente altalenante. O forse meglio dire da montagne russe?
Il giusto mezzo aristotelico Italiano non l’ha mai trovato e forse questo è in parte dovuto proprio al modo di interpretare il calcio dell’allenatore. Per fare classifica, però, è fondamentale darsi una “regolata”. Fare i miracoli con le big non porta più punti se poi vanno sprecate le partite con le altre. Anche perché di squadre medio-piccole ce ne sono in numero maggiore. La prossima partita non sarà contro una squadra qualunque, sicuramente non una neopromossa o una che si è appena salvata. I Viola dovranno cercare il tutto per tutto e -questa volta sì- ricordarsi che ultimamente le (poche) vittorie sono arrivate contro squadre che sulla carta erano più forti.