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Una delle delusioni più grandi della Fiorentina di inizio stagione è rappresentata da Sofyan Amrabat. Il marocchino, tra le rivelazioni dell'ultima stagione, è arrivato in riva all'Arno per una somma attorno ai 20 milioni di euro. Un acquisto che all'epoca è stato apprezzato da tutto l'ambiente fiorentino: un centrocampista box-to-box in grado di rivitalizzare un reparto che nelle ultime stagioni aveva annaspato.

La realtà delle cose, però, è completamente diversa rispetto alle aspettative. Amrabat non è più lo stesso giocatore visto alla corte di Juric. I motivi che hanno portato a tutto questo, sono obiettivamente sconosciuti. Sia con Iachini che con Prandelli (con l'eccezione del secondo tempo e dei supplementari contro l'Udinese in Coppa Italia), il marocchino è parso il lontano parente di quello della passata stagione. A questo punto, la sensazione è che per rendere al meglio Amrabat debba giocare in una squadra che faccia dell'intensità la sua arma migliore. Una caratteristica del Verona di Juric, ma che alla Fiorentina di recente non si è mai vista. E che probabilmente si sarebbe vista se Commisso avesse deciso di prendere il tecnico croato invece di confermare Iachini: una scelta fallimentare, per la Fiorentina ma anche per lo stesso Amrabat che con Juric sarebbe stato tutt'altro giocatore. Adesso, però, tocca a Prandelli rivitilizzarlo perché il marocchino è un patrimonio importante per la Viola del presente e del futuro. 

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