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Le esternazioni presidenziali hanno polarizzato l’attenzione nonostante questa sia la settimana che porta a Juventus–Fiorentina. Un tempo, neanche troppo lontano, non si sarebbe parlato che della partita. Invece pare la vigilia di un match contro il Lecce o l’Udinese. Lo affermo avendo il massimo rispetto per le due squadre, ma con la consapevolezza che gli incroci con quei giallorossi o quei bianconeri non fanno battere il cuore ai tifosi viola.

Le elucubrazioni di Commisso hanno creato una densa cortina fumogena dietro la quale si sono nascosti allenatore e giocatori. Sì, perché al di là degli errori di mercato, delle sottovalutazioni di chi è andato via e le sopravvalutazioni di chi è arrivato, se la Fiorentina è in una posizione di classifica da nausea, la colpa è in buona parte di chi scende in campo.

Italiano ha perso completamente l’orientamento. Affetto da labirintite calcistica non riesce più a indirizzare la squadra. I giocatori commettono troppi errori da scarsa concentrazione. Un conto è Terzic che arriva di corsa su un pallone al limite dell’area e lo manda in orbita anziché in porta. Le doti tecniche sono quelle che sono e se uno non le ha non gli si possono trapiantare. Un altro è Quarta che osserva Posch sfilargli a fianco, colpire di testa e segnare. In questo secondo caso al difensore viola non sono mancate le doti tecniche, ma la concentrazione maniacale che deve contraddistinguere ogni professionista durante il proprio lavoro.

Ho fatto due esempi a caso. Nessuna intenzione di puntare il dito verso i protagonisti dei due infelici interventi. Quando il livello tecnico non è eccelso (come nella gran parte dei giocatori viola) si deve sopperire con la condizione atletica (che spetta ai preparatori), la disposizione tattica (che spetta all’allenatore), la concentrazione (che spetta ai calciatori).

Se mi rilasso collasso cantava la Bandabardò, indicando anche il rimedio:
Attenziò
Concentraziò
Ritmo e vitalità

Grazie presidente Commisso
Grazie, presidente Commisso, di avermi dato 2 in pagella dai microfoni di Radio Bruno. Lo affermo senza ironia. Vede, da...

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