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Il difensore Yerry Mina. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com
Il difensore Yerry Mina. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

E dire che negli ultimi anni di esempi analoghi da cui trarre insegnamento ce n'erano stati eccome: dagli ormai ultra usurati Callejon e Nastasic al tragicomico Kokorin, per non stare a scomodare Benalouane (operazione della passata gestione sì, ma dello stesso attuale ds). Eppure, per rinforzare la difesa e sostituire un centrale ceduto per una ventina di milioni si è voluti andare su uno svincolato di 29 anni, reduce da più infortuni che minuti in campo, come Yerry Mina.

"Ma nel 2018 aveva segnato ben 3 reti al Mondiale!". Vero, peccato che si parli di cinque anni fa, un'eternità se specialmente nel mezzo di esaltante e continuativo c'è stato poco. Oltretutto se vogliamo parlare di strategie, il parametro zero non è una strada necessariamente sbagliata, se studiata, programmata, realizzata in tempi consoni. Se però lo svincolato arriva ad agosto inoltrato, il dubbio che sia toppa messa con l'acqua alla gola, più che strategia, un po' sorge. 

E non è neanche sbagliato a priori puntare su un rilancio, su una scommessa, intendiamoci. E' che lo si dovrebbe fare a rischio ridotto, su un elemento più marginale magari e non sul rimpiazzo di un titolare. Italiano dal colombiano ha ottenuto un paio di match da titolare, evidenti difficoltà fisiche, qualche svarione e una simpatica rincorsa perdi-tempo contro il Genk. Nella migliore delle ipotesi (fisiche) parliamo di un'alternativa agli elementi già presenti in una rosa che era da migliorare. Insomma, non servivano questi quattro mesi per capire che il profilo di Mina non era ciò che serviva alla Fiorentina.

 

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