La partita di Bove: 67 giorni dopo e la corsa verso i tifosi al 2-0 di Kean
E' emozionato Edoardo Bove, già prima di entrare in campo a fianco di Palladino, quando ha ricevuto l'in bocca al lupo di tutta l'Inter. E soprattutto dopo, quando tutti i presenti, il popolo viola e anche i trecento tifosi ospiti presenti nel settore ospiti, si alzano in piedi per tributargli una standing ovation. Lo speaker carica ancora di più un ambiente elettrico: “Lottiamo anche per un ragazzo che purtroppo non può essere in campo e che speriamo possa ritornare a giocare”, scrive il Corriere dello Sport questa mattina.
Il nuovo ruolo di Bove
Anche i fotografi si catapultano in panchina. A più di due mesi di distanza dalla prima parte di Fiorentina-Inter, l'attenzione se la prende ancora il numero 4. Cori e tanti applausi per Bove. Si alza in piedi anche il ct Spalletti, in tribuna accanto ai nuovi acquisti viola. Nessuna manifestazione particolare, come richiesto dallo stesso calciatore, che ha voluto tenere il profilo basso, così come fatto da 67 giorni a questa parte. Sessantasette giorni in cui si è passati dallo spavento dei primi giorni, ai dubbi sul futuro da calciatore professionista- ancora tutt'altro che dissipati -, fino al suo nuovo ruolo nello staff di Palladino, come collaboratore-consigliere-collante tra il gruppo squadra e il tecnico.
“Il cortocircuito emotivo che aveva rischiato di far deragliare tutti”
I suoi compagni, nel momento di maggior difficoltà per i numerosi indisponibili, al cospetto dei campioni d'Italia, corrono anche per lui. Lui applaude dalla panchina, poi sul 2-0 di Moise Kean si lascia trascinare nell'esultanza di massa sotto al parterre di tribuna, sommerso dagli abbracci di Comuzzo e compagni. Pur senza gli scarpini ai piedi, Bove rimane parte pulsante di una squadra che nella serata del Franchi si è ritrovata definitivamente. A sessantasette giorni di distanza da un cortocircuito emotivo che aveva rischiato di far deragliare la stagione di tutti.