Se n'è andato nell'indifferenza più generale, ma al suo arrivo c'era stato un bel sentire sul conto di Maxime Lopez. Lo scorso 30 giugno, la Fiorentina ha salutato gran parte del centrocampo dell'ultimo Italiano: Bonaventura, Castrovilli, Duncan e Arthur. Fra questi, è terminato anche il contratto di Lopez, piccolo ma scaltro mediano salito agli onori della cronaca per quanto di buono fatto al Sassuolo.

Una chance sprecata (più dal giocatore che dalla società)

Pradè e Barone lo avevano preso con la formula del prestito con diritto di riscatto verso la fine della scorsa sessione estiva di mercato, pagando appena un milione per il trasferimento e meno di una decina il suo riscatto. Giustamente, dopo un'annata di rarissimi impieghi e prestazioni da ectoplasma, il club di Commisso ha deciso di rispedirlo al mittente. Ma è stato un peccato, viste le potenzialità - inespresse a Firenze - del classe ‘97 marsigliese. Dionisi ci aveva fatto ampio affidamento e prima di lui anche l’attuale tecnico del Marsiglia De Zerbi: un mediano abile nel fraseggio e dal temperamento vivace, con qualche lampo di genio negli ultimi trenta metri.

E… si ricomincia da capo

E dire che un allenatore come Italiano lo avrebbe dovuto far giocare spesso e volentieri, essendo piuttosto simile alle caratteristiche del quasi-onnipresente (finché sano) Arthur. E invece, i suoi minuti totali sono stati bassi, con alcuni picchi in Conference, ma soltanto nella fase a gironi. Ergo, quando i match si facevano importanti, tornava in panchina. Probabilmente c'è stato anche altro dietro al suo scarso rendimento, forse proprio quel caratterino della bassa Francia che scalda gli animi di “piccoletti” di quel tipo. Fatto sta, che sia Lopez che la Fiorentina hanno sprecato un'occasione: lui, per rilanciarsi in un club più prestigioso del Sassuolo (adesso pure in Serie B); la Viola per aver sprecato un'altra stagione alla ricerca del mediano. E con questa fanno tre, come le sessioni di mercato in cui si dovrà ri-comprare il regista.

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