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Oltre al danno, la beffa. La Fiorentina di Palladino è uscita con le ossa rotte da San Siro, punita da un gol nettamente irregolare e qualche incertezza di troppo della difesa. Ma non c'è stato solo il 2-1 subito dai campioni d'Italia. Nella ripresa, infatti, il direttore di gara - il pessimo La Penna - ha ammonito Moise Kean, autore di un fallo sanzionato con il giallo (forse, l'unica decisione giusta presa dall'arbitro). L'ex Juve era in diffida e la quinta sanzione gli costa la squalifica per la gara casalinga con il Como

Chi schiererà Palladino come punta?

Kean squalificato, non ci potrà essere con il Como

Un vice-Kean, in questa stagione, non c'è mai stato. Ma se nella prima parte di campionato, poteva essere impiegato Kouame come riferimento offensivo, con la cessione dell'ivoriano all'Empoli, la Fiorentina ha dovuto promuovere Caprini in Prima Squadra. Tuttavia, il neo diciannovenne è più un esterno naturale che una prima punta: anche in Primavera non ha giocato spesso da terminale centrale. Ecco che Palladino dovrà pensare ad un adattamento. I candidati al posto vacante lasciato da Kean sono tre (poiché difficile vedere Caprini dal 1'): Beltran, Zaniolo e Gudmundssson.

Colui che sarebbe il ‘9’ della Fiorentina 

L'argentino, in patria, giocava in quel ruolo. El Vikingo deve il suo nome, anche alle sembianze da nordico, ma soprattutto alle diverse e varie reti segnate prima col Colon e poi con la camiseta del River. La scelta, nell'estate del 2023, di prendere la maglia numero ‘9’ la dice lunga. Tuttavia, alla Fiorentina Beltran avrà giocato punta sì e no meno di una decina di volte - e tutte con Italiano. I risultati, ad eccezione del mese di dicembre 2023, sono stati piuttosto negativi. Tanto da ripensare il suo ruolo alla luce della prolificità di Kean. Beltran è più una seconda punta, un trequartista che un falso nueve. Resta però il candidato principale per giocare davanti col Como, anche se i suoi numeri realizzativi a Firenze lasciano a desiderare. 

Zaniolo e quella “foga” di giocare

A Milano è apparso subito “in palla”. Sveglio, reattivo e pro-attivo. Ha chiesto il pallone tante volte, anche se spesso ne ha perso il possesso. La voglia del ragazzo non si mette in dubbio, così come la sua attitudine a giocare vicino alla porta. In carriera non ha mai giocato come unica punta, nonostante i gol segnati non siano pochissimi. Palladino, comunque, non lo abbandonerebbe a se stesso: la tattica sarebbe quella di metterlo nelle condizioni di sfruttare la sua fisicità per raccogliere palla spalle alla porta per poi smistarla verso gli esterni. Una soluzione che verrà provata in questi giorni al Viola Park. 

E alla fine c'è Gud

E infine, Gudmundsson, rimasto a casa nel 3-0 all'Inter e tornato in campo solo nella ripresa nel KO di San Siro. Palladino lo sta usando veramente col contagocce, centellinando la sua natura cristallina. A Genova, anche se al fianco di Retegui, si era preso molto volte il peso dell'attacco sulle spalle. Il gol è l'ultima cosa che manca all'islandese, troppe poche volte assaporato dal pubblico del Franchi. Lo stesso che, verosimilmente, vorrebbe vedere proprio lui raccogliere l'eredità di Moise per una partita da ‘1 fisso’. 


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