Da un Drago che doveva parare a un Terracciano che sa impostare: tra Vicario e gli altri, come è cambiata e come cambierà la porta viola
Nel calcio moderno, un portiere che sa giocare con i piedi fa la differenza. Specialmente se la squadra costruisce dal basso, una peculiarità che tantissime formazioni oggi prediligono. Tra queste c’è la Fiorentina di Vincenzo Italiano, che fa del palleggio tra difensori e portiere una delle sue carte migliori. Soprattutto quando c’è da eludere la prima pressione avversaria. Ormai da qualche mese, il portiere titolare viola ha cambiato guanti, passando nelle mani di Pietro Terracciano. La parabola discendente di Bart Dragowski, infatti, è iniziata proprio con la gestione Italiano, nonostante il tecnico avesse scelto proprio il polacco nel ritiro estivo di Moena. I primi errori, subito all’inizio a Roma, che l’hanno visto in difficoltà a giocare la palla coi piedi, l’hanno progressivamente messo a sedere. Non va poi scordato l’infortunio che dopo appena una decina di giornate l’ha costretto ai box. Tornato a disposizione solo nel 2022, il Drago non ha praticamente più trovato spazio. La sicurezza con i piedi del Terra gli è stata preferita a spada tratta, nonostante qualche pecca riguardante l’agilità dell’ex Empoli. La questione portiere in casa Fiorentina non è tuttavia conclusa.
Le voci di mercato si fanno insistenti -com’è naturale che sia a poche giornate dalla fine- e nell’aria aleggia già la possibilità che il classe ’90 non possa (e per qualcuno non debba) essere il n°1 viola anche nella prossima stagione. In effetti, non si hanno immediati ricordi felici quando si ripensa alle parate di colui che ha preso il posto di Dragowski. In più di un’occasione, l’elasticità di Terracciano non ha mostrato i suoi lati migliori, facendo intravedere una delle sue pecche maggiori: le parate basse. Anche la reattività forse non è stata sempre apprezzata dai tifosi viola. Per questi motivi, la società starebbe già pensando a un nuovo portiere, ma la questione non si fa semplice. Tra i giovani italiani a caro prezzo e il dubbio amletico nel preferire un estremo difensore più abile con le mani o con i piedi, la scelta non è scontata come si potrebbe credere. Che Italiano prediliga uno che sa giocare la palla a terra è appurato, ma -non va mai dimenticato- il compito principale di un portiere è quello di parare. Chi eccelle in entrambi i frangenti è Neuer e forse l’Ederson di Guardiola. Per il resto, o sei un gatto che arriva in tutti gli angoli della porta oppure ti senti più un libero d’altri tempi.
Le vie di mezzo comunque non mancano. Tra queste, ci sono proprio i profili che la società gigliata sta sondando, Guglielmo Vicario su tutti. Colui che sarà a breve un ex dell’Empoli sembra il preferito di Italiano che -e non è certo il solo- sarà rimasto impressionato dalla quantità di parate che in questo campionato hanno eletto il giocatore di proprietà del Cagliari come il portiere che compie più interventi in Europa. Non va però sottovalutato un fatto, ossia che Vicario gioca per una formazione che subisce tantissimi tiri nello specchio; cosa che sta agli antipodi dell’attuale Fiorentina. Anche Dragowski fu il migliore nell’ultima stagione con Iachini… Un altro molto seguito è poi Marco Carnesecchi, classe 2000 della Cremonese, ma di proprietà dell’Atalanta. Un aspetto di certo non secondario nella possibile futura trattativa. In questa stagione, Carnesecchi si è distinto come uno dei protagonisti che stanno lanciando la squadra di Cremona verso la promozione in A e si è guadagnato anche la fascia di capitano con l’U21 azzurra. Il problema in questo caso è quello legato alla proprietà del cartellino, che potrebbe pensare di tenerselo per affidargli il ruolo di vice Musso. Un altro nome ancora è sempre quello di Alessio Cragno, che da tempo gravita nell’orbita della Fiorentina. A differenza degli altri due, però, la carta anagrafica del portiere del Cagliari dice che non è più un giovincello.
La questione porta viola è quindi un discorso aperto e complesso. Da una parte, c’è l’attuale titolare che ha conquistato la fiducia dell’allenatore grazie alle sue doti tecniche coi piedi; dall’altra, un possibile nuovo inizio, magari con un giovane italiano che si lancerebbe in una squadra che l’anno scorso potrebbe giocare in Europa. Resta il dubbio shakespeariano di fondo: “Essere o non essere? Più bravo con le mani o con i piedi?”. Solo il fato (e la scelta di Italiano) ce lo potranno dire.