Andreini: "È estremamente improbabile che qualcuno si prenda la responsabilità di togliere il defibrillatore a Bove"
Il professor Daniele Andreini, responsabile dell'Unità Operativa di Cardiologia Clinica ed Imaging Cardiaco e di Cardiologia dello Sport presso l'IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio, è stato interpellato da La Gazzetta dello Sport per parlare del defibrillatore impiantato al centrocampista della Fiorentina, Edoardo Bove.
“Generalmente non si toglie”
E' un “defibrillatore sottocutaneo - spiega - rispetto a quello tradizionale non arriva al cuore attraverso le vene ma ha l'elettrodo nel tessuto, vicino all'organo. Perché si utilizza questo e non uno più ‘classico’? Per l'età del giocatore. Sui giovani, destinati a portarlo a lungo, si fa generalmente questa scelta perché non entrando nel cuore comporta meno rischi di infezione con potenziali complicanze anche mortali…Il defibrillatore di Edoardo Bove generalmente non si toglie, a meno che - ma è rarissimo- la patologia non si risolva. Tutto nasce da un equivoco, la teoria secondo cui in Italia non si gioca se si ha un defibrillatore lo direi che in Italia non si gioca se si ha una patologia cardiaca tale da prevedere un defibrillatore”.
“Nessun cardiologo si prenderà una responsabilità così grande”
E poi: “E' estremamente improbabile che un cardiologo si prenda la responsabilità medico-legale di togliere un defibrillatore a un soggetto che ha già avuto un arresto cardiaco, sarebbe come dire tolgo la terapia salva vita a qualcuno che ha un tumore”.