No all'auto sabotaggio: Italiano ha colpe, ma va aiutato e non è il solo responsabile della deriva della Fiorentina. Chiedere a chi sposta i problemi altrove
La Fiorentina è in piena crisi. Il campo sta dando risposte crude, complicatissime da mandar giù. In questo momento, è una squadra senza spina dorsale, senza personalità, senza senso della finalizzazione, senza idee. Quella vista a Istanbul è una Fiorentina alla deriva, fisicamente e mentalmente.
L’ambiente ha bisogno di una scossa. Ma non si faccia il grave errore di pensare la conseguenza più logica e scontata: in queste situazioni, a rimetterci per primo è sempre l’allenatore, anche nei casi in cui non è il maggiore responsabile. Attenzione, però: occorre essere molto prudenti prima di fare questo tipo di pensiero con Italiano. Se ad essere messo in discussione per primo è l’assoluto protagonista in positivo della scorsa stagione, ovvero colui che ha tirato la Fiorentina fuori dai guai dopo tanti anni bui, sorgono alcune domande istintive.
Italiano ha colpe come tutti quanti all’interno dell’ambiente Fiorentina. Alla prima difficoltà, la squadra non ha la forza di reagire. E lui con la squadra. Soffre e arranca, si preoccupa, insieme ai suoi ragazzi. D’altronde, è il massimo rappresentante delle responsabilità del gruppo come ogni allenatore. Ma critiche tali da richiedere un suo esonero sono eccessive e fanno evincere che Italiano è il centro del bersaglio. Probabilmente, anche perché è l’unico a prendersi le sue responsabilità e ad ammettere i propri sbagli (giocatori esclusi).
Esempio pratico. Tornare ad ascoltare “conferenze stampa” del presidente dopo tanto tempo è significato tornare sulla cessione di Vlahovic, definita un’operazione fenomenale, parlare unicamente dei soldi investiti come se fosse una lezione di finanza, discutere il lavoro delle altre società. Parole, parole che, oltre a non concentrarsi minimamente sul futuro della Fiorentina, hanno consegnato risposte discordanti rispetto a quanto detto dall’allenatore e dalla realtà stessa. A rispondere ci pensano i fatti, con un mercato incompleto e una rosa non adatta a reggere tre competizioni. Amrabat difensore centrale in uno degli impegni più importanti della stagione è uno dei fattori che dimostrano alcune controversie ed incongruenze, dettate anche da una gestione comunicativa societaria parecchio scricchiolante.
Cambiare guida tecnica non solo sarebbe ingeneroso nei confronti di Italiano, ma anche controproducente. A errori ormai compiuti (e da alcuni non ammessi), un nuovo volto in panchina sarebbe ancora più confuso rispetto a quanto già non lo sia Italiano. Oramai sono state fatte scelte, anche forti, e ognuno se ne prenda le responsabilità. Non si faccia l’errore più grave che possa essere commesso. Anzi, dall'interno servirebbe anche una mano. Il problema è capire chi sia in grado di farlo, dato che il mercato non ha contribuito.
L’ambiente ha bisogno di una scossa. Ma non si faccia il grave errore di pensare la conseguenza più logica e scontata: in queste situazioni, a rimetterci per primo è sempre l’allenatore, anche nei casi in cui non è il maggiore responsabile. Attenzione, però: occorre essere molto prudenti prima di fare questo tipo di pensiero con Italiano. Se ad essere messo in discussione per primo è l’assoluto protagonista in positivo della scorsa stagione, ovvero colui che ha tirato la Fiorentina fuori dai guai dopo tanti anni bui, sorgono alcune domande istintive.
Italiano ha colpe come tutti quanti all’interno dell’ambiente Fiorentina. Alla prima difficoltà, la squadra non ha la forza di reagire. E lui con la squadra. Soffre e arranca, si preoccupa, insieme ai suoi ragazzi. D’altronde, è il massimo rappresentante delle responsabilità del gruppo come ogni allenatore. Ma critiche tali da richiedere un suo esonero sono eccessive e fanno evincere che Italiano è il centro del bersaglio. Probabilmente, anche perché è l’unico a prendersi le sue responsabilità e ad ammettere i propri sbagli (giocatori esclusi).
Esempio pratico. Tornare ad ascoltare “conferenze stampa” del presidente dopo tanto tempo è significato tornare sulla cessione di Vlahovic, definita un’operazione fenomenale, parlare unicamente dei soldi investiti come se fosse una lezione di finanza, discutere il lavoro delle altre società. Parole, parole che, oltre a non concentrarsi minimamente sul futuro della Fiorentina, hanno consegnato risposte discordanti rispetto a quanto detto dall’allenatore e dalla realtà stessa. A rispondere ci pensano i fatti, con un mercato incompleto e una rosa non adatta a reggere tre competizioni. Amrabat difensore centrale in uno degli impegni più importanti della stagione è uno dei fattori che dimostrano alcune controversie ed incongruenze, dettate anche da una gestione comunicativa societaria parecchio scricchiolante.
Cambiare guida tecnica non solo sarebbe ingeneroso nei confronti di Italiano, ma anche controproducente. A errori ormai compiuti (e da alcuni non ammessi), un nuovo volto in panchina sarebbe ancora più confuso rispetto a quanto già non lo sia Italiano. Oramai sono state fatte scelte, anche forti, e ognuno se ne prenda le responsabilità. Non si faccia l’errore più grave che possa essere commesso. Anzi, dall'interno servirebbe anche una mano. Il problema è capire chi sia in grado di farlo, dato che il mercato non ha contribuito.
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