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L'ex attaccante viola Giampaolo Pazzini ha parlato dell'esperienza in viola al canale Youtube Akos Podcast, affrontando varie tematiche degli anni alla Fiorentina.

“Mi ricordo che ebbi un infortunio al menisco e l'Atalanta non era partita bene in campionato. L'agente mi chiamò e mi disse che stavo per essere ceduto alla Fiorentina. Firenze è una piazza importante, ambiziosa e storica, c'è tanta pressione, anche se in quel momento risaliva dalla C2 e quell'anno ci salvammo all'ultima giornata”. 

“Lì sono entrato in un'altra dimensione rispetto al passato, è stato un passo avanti nella mia carriera. A Firenze dovevi rendere perché la società era ambiziosa. La magia c'era ma si aspettavano tanto. Dopo la salvezza siamo andati in Champions quattro volte di fila. Toni l'anno della scarpa d'oro era clamoroso. Poi Mutu, Gila, Osvaldo, Liverani, Bobo… Eravamo bravi ragazzi e ci trovavamo bene insieme. 8 o 9 punti in più sono arrivati grazie al gruppo. Eravamo una bella squadra ma in quel momento in Serie A c'era una concorrenza enorme. Per entrare nelle prime quattro dovevamo stare sopra a una big”. 

"L'esultanza? Mi ricordo la feci di istinto quando segnai alla Juventus in un 3-3 pazzesco. Ma lo feci quasi a caso. Quando poi in estate arrivò Luca a Firenze qualcuno gli disse: “Ora che sei a Firenze esulti come Pazzini”. Lui si incazzò (ride ndr), perché io esultavo a caso, lui aveva già segnato tantissimo. L'esultanza dell'orecchio la faceva sempre, a pranzo, a cena… Tutto un “Ci senti, ci senti, ci senti? E così nacque la mia: ”Ci vedi, ci vedi, ci vedi?".  

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