Con la lingua di fuori

Quante volte è stato detto che questa era la sua miglior stagione? Che come quest'anno non aveva mai giocato e che con Palladino era definitivamente esploso? Ecco. Adesso, che cosa si dovrebbe dire di Dodo? Parliamone.

A Napoli ancora spento
Il rendimento del brasiliano - dato oggettivo e misurabile - è calato drasticamente nelle ultime settimane. Ma è normale. L'ex Shakthar in questa stagione ha saltato soltanto 3 partite su 36. TRE. E in questa statistica non può non incidere la scelta di cedere Kayode a gennaio, un trasferimento passato in sordina a chi non si preoccupava della tenuta mozzafiato del numero 2. A Napoli, il pessimo stato di forma di Dodo è stato sotto gli occhi di tutti. Bocciato da qualsiasi pagellista, che lo ha visto in affanno e con la lingua di fuori. Era irriconoscibile. Di solito, quando riceve palla, punta e prova a dribblare l'avversario. Contro gli Azzurri, il niente. Non ci provava nemmeno.
I numeri (negativi) dell'ultimo Dodo
E il motivo è da ricercarsi nell'ennesima gara giocata per intero per mancanza di alternative. La sua riserva dovrebbe essere Moreno, ma Palladino lo intende di più - a ben vedere - come un centrale, tanto da averlo impiegato nella difesa a tre ad Atene. L'ultima sgasata decisiva di Dodo è stata quella col Lecce: un'accelerazione che ha portato alla testa dell'altro quinto, Gosens, per il gol-vittoria. Al Maradona, invece, quattro cross di cui solo uno andato a buon fine: uno 0,02 di expected assist che non rispecchia certo tutta la bontà delle sue qualità sulla fascia destra. Inoltre, ben 12 volte - e non sono certo poche - ha perso il possesso contro i giocatori di Conte. Gli mancava proprio quello squillo, la lucidità per provare a saltare l'uomo e creare superiorità numerica. A patto di un'ottima organizzazione da parte dei partenopei.

Giovedì - e ci mancherebbe altro - sarà di nuovo in campo, ancora nel 3-5-2 che ora pare essere diventato il nuovo modulo prediletto dall'allenatore: Palladino non può fare altrimenti se non schierare sempre e comunque il terzino verdeoro. Senza cambi possibili, senza alternativa. Una situazione che manderà a casa il suo conto a breve. Già in parte è così, visti anche gli assist promessi a Kean che sono spariti ultimamente. Come il gioco della Fiorentina, come i punti in classifica. Alla fine tutti i nodi vengono al pettine, è così quando i problemi vengono evitati e non si cerca una soluzione. Come quella di aver abbandonato Dodo, l'unico giocatore che in tutta la rosa non ha un cambio.