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Sousa con il collaboratore Sem Moioli. Foto: Luca Fanfani/Fiorentinanews.com
Sousa con il collaboratore Sem Moioli. Foto: Luca Fanfani/Fiorentinanews.com

Sem Moioli, ex collaboratore di Paulo Sousa ai tempi in cui il tecnico lusitano allenava la Fiorentina, ha parlato a Radio Bruno, ripercorrendo alcuni momenti in viola ed esprimendosi sull'attualità della squadra di Palladino.

‘Firenze è sublimante se ti piace il calcio, ho ancora il viola nel cuore’

“In quei pochi mesi con Sousa abbiamo sorpreso tutti facendo un bel gioco, se riesci a fare qualcosa di buono a Firenze c'è un uragano che ti spinge. Tutti ci misero un po' a capire se giocavamo a 3 o a 4. A Firenze fai fatica a scindere il lato pratico del gioco a quello sentimentale della gente, un po' di viola mi è rimasto nel cuore, c'è un substrato di passione che si sente tanto. Se ti piace il calcio, fare un'esperienza a Firenze è qualcosa di sublimante. Ho lavorato un anno con Pradè, di cui ho grande stima e con cui ho un'amicizia sincera”. 

‘Mi piace il mix che c’è alla Fiorentina, è l'occasione di Kean e su Gosens…'

"La società gigliata è ambiziosa vuole crescere e costruire e anche vincere, lo si vede dal Viola Park. Non è un caso che le squadre in difficoltà siano quelle che hanno cambiato molto, come Atalanta e Bologna anche. Hanno fatto scelte sensate, i valori ci sono, credo che una volta assestato tutto a Firenze ci si possa divertire, le motivazioni ci sono. Per Kean questa è la sua occasione, c'è qualità e dinamismo in questa squadra, un buon mix tra giovani e calciatori più esperti, come Gosens. Ci sono calciatori che avranno la loro occasione in viola. Mi piace che le squadre importanti si affidino a tecnici giovani. Bisogna sfruttare le inerzie anche dalle sconfitte, la comunicazione verso l'esterno è fatta per difendere la squadra, da qui le parole di Palladino dopo Empoli. Credo che Palladino veda che la squadra lo segue, e che faccia fatica negli automatismi. L'allenatore se sa che un giocatore può arrivare a certi livelli lo dice, vedi Ederson dell'Atalanta per esempio, che nei primi mesi a Bergamo faticava, ma poi…".

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